La Resa dei Conti

«La richiesta di una giusta composizione dei tribunali di giustizia contabile, comprese le sezioni d’appello, da parte del Presidente Schifani, è dovuta ma tardiva». Così la segretaria di Siciliani Liberi, Eliana Esposito.

Per l’esponente indipendentista le norme sul decentramento giudiziario volute dallo Statuto furono poste a tutela dell’Autonomia speciale della Sicilia ed anche perché la Sicilia non vanta solo il Parlamento più antico del mondo, ma pure una giustizia contabile tra le più antiche al mondo, risalendo a Federico II (1240) la “Magna Curia dei Maestri Razionali”, antenata dell’attuale Corte dei Conti.

Questo istituto, nel tempo, si è trasformato in uno strumento di controllo unilaterale a danno della Regione: mai o quasi mai, infatti, lo Stato è stato chiamato a rispondere degli scippi fatti ai danni dei Siciliani. Questa magistratura, a tutela reciproca di Stato e Regione, doveva essere nominata in modo paritetico e di comune accordo. Nei fatti, per 80 anni, non è stato così, violando i diritti costituzionali della Sicilia sanciti a chiare lettere nell’art.  23 dello Statuto. «Ben venga, quindi – così prosegue la Esposito – che oggi il Presidente ne richieda finalmente l’attuazione, ma lo chieda come un diritto dovuto, e non lo negozi come una concessione o un favore. E si ricordi, il Presidente, che la pariteticità deve essere rappresentata anche nella Giustizia Amministrativa, dove oggi la Regione è sottorappresentata e nella Corte di Cassazione siciliana, che attende ancora da più di 80 anni la sua ricostituzione, privando i Siciliani del fondamentale diritto a ricevere giustizia di ogni ordine e grado senza dover andare a Roma».

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