La Sicilia ancora una volta sotto ricatto!

Lo Stato fa cassa ancora una volta sulla Sicilia per finanziare l’Autonomia Differenziata a favore del nord. La Regione è ricattata. Se vuole riaprire il turn over, bloccato dagli anni ’90, con un organico ormai tutto prossimo alla pensione, deve pagare pedaggio al Nord. Deve raddoppiare il proprio avanzo primario, accorciando da 20 a 10 … Continue reading “La Sicilia ancora una volta sotto ricatto!”

CESSIONE DEI CREDITI FISCALI PROPOSTA DALL’ANCI-SICILIA E BLOCCO DA PARTE DEL GOVERNO ITALIANO: LA PROPOSTA DI SICILIANI LIBERI

La recente proposta di ANCI-Sicilia di acquisto dei crediti fiscali delle imprese siciliane sarebbe da salutare con favore. Anzi, aggiungiamo, potrebbe essere l’occasione per trasformare un momento di crisi in una straordinaria opportunità. Intanto l’acquisto di crediti fiscali, da parte dei comuni siciliani, può essere utilizzato dagli stessi per la copertura di propri oneri tributari, … Continue reading “CESSIONE DEI CREDITI FISCALI PROPOSTA DALL’ANCI-SICILIA E BLOCCO DA PARTE DEL GOVERNO ITALIANO: LA PROPOSTA DI SICILIANI LIBERI”

Per la Sicilia l’Autonomia differenziata farebbe differenza

La crisi economica ormai strutturale e l’accelerazione impressa dal Governo Italiano sull’Autonomia Differenziata pongono alla Sicilia scelte esistenziali; scelte dalle quali dipende nient’altro che la sopravvivenza della nostra Terra. Le parti economiche, politiche, sociali e culturali che costituiscono la Sicilia sono molto diverse tra loro, ed è giusto che sia così. Impossibile strumentalizzare una lotta … Continue reading “Per la Sicilia l’Autonomia differenziata farebbe differenza”

LO STATO SCOPRE DI AVERE UN DEBITO di 7 MILIARDI VERSO LA SICILIA, CHE STA SUCCEDENDO?

Incredibile! Il MEF ha ammesso di aver derubato 7 miliardi alla Sicilia che, se restituiti, azzererebbero di colpo tutto il disavanzo della Regione. Non chiediamoci come sia successo. Non lo sappiamo. Forse a Roma si sono resi conto che sia la Regione, sia i Comuni siciliani non riescono a chiudere più i bilanci. O, forse, … Continue reading “LO STATO SCOPRE DI AVERE UN DEBITO di 7 MILIARDI VERSO LA SICILIA, CHE STA SUCCEDENDO?”

LA DITTA “MUSUMAO” HA PARTORITO UN ACCORDO FUFFA

Siciliani Liberi avverte che il tanto strombazzato accordo finanziario tra Stato e Regione dalla ditta “Musumeci-Armao” è nient’altro che un accordo provvisorio, l’ennesimo dal 1947, in attesa di un’attuazione delle norme statutarie in materia finanziaria; attuazione che – come sempre – non arriva mai. Nondimeno, nel merito, questo accordo deve essere oggetto di valutazione, perché … Continue reading “LA DITTA “MUSUMAO” HA PARTORITO UN ACCORDO FUFFA”

IL CONSIGLIO REGIONALE DELL’ANCI SI RICORDA DELLO STATUTO, LO STATO DELL’INSULARITÀ. ALLORA AVEVAMO RAGIONE NOI

Apprendiamo con amara soddisfazione che finalmente i Sindaci Siciliani hanno preso atto che le denunce di anni di battaglie di Siciliani Liberi sulla Questione Finanziaria Siciliana erano le uniche per cui valeva la pena fare politica in Sicilia. Per anni i Siciliani Liberi hanno sostenuto questa posizione, da soli. Il Prof. Costa, in tempi non … Continue reading “IL CONSIGLIO REGIONALE DELL’ANCI SI RICORDA DELLO STATUTO, LO STATO DELL’INSULARITÀ. ALLORA AVEVAMO RAGIONE NOI”

DA OGGI RISCOSSIONE SICILIA NON C’È PIÙ

E così, nonostante la nostra voce solitaria in difesa dei diritti finanziari della Sicilia, nonostante abbiamo fatto tutto quello che potevamo, finalmente il governo coloniale di Musumeci è riuscito nel suo intento: debellare l’ultimo brandello di autonomia finanziaria, la riscossione, e regalarla all’Agenzia delle Entrate dello Stato. Da oggi la Sicilia conta un po’ meno, … Continue reading “DA OGGI RISCOSSIONE SICILIA NON C’È PIÙ”

La finanza siciliana ai tempi dell’Alta Corte

La storia della Regione, finanziariamente parlando, inizia l’1 giugno del 1947, immediatamente dopo le prime elezioni regionali e la prima elezione del Presidente della Regione.

Lo stesso giorno cessano le funzioni dell’Alto Commissario per la Regione Siciliana. Cessavano, meglio, di diritto, ma non di fatto.

La Regione infatti partiva in un totale “vuoto” di norme giuridiche, in particolare finanziarie.

Lo Stato non passò alcuna funzione, né personale, né risorsa al nuovo ente, che aveva serissime difficoltà sino a compiere le più elementari azioni amministrative.

Il primo esercizio finanziario (1946/47) durò appena un mese (il giugno del 1947) e si svolse senza alcun documento finanziario approvato, né esercizio provvisorio di sorta. Dall’1 luglio partirono regolarmente i successivi esercizi annuali (allora da luglio a giugno).

In pratica, sin dal primo giorno, iniziò il braccio di ferro tra Stato e Regione.

Fu l’abilità politica del primo Presidente ad ottenere quanto indispensabile al funzionamento minimo della Regione.

Infatti il 30 giugno di quell’anno il Capo Provvisorio dello Stato, De Nicola, mentre ancora l’Assemblea Costituente non aveva concluso i propri lavori, emanò un decreto (il n. 567) fondamentale per la vita della Regione stessa: non essendo stato passato ancora il personale dello Stato alla Regione, né data alcuna risorsa alla Regione veniva prorogato “sine die” l’ordinamento dell’Alto Commissariato, con una modifica, però, che in teoria avrebbe rappresentato una vittoria storica per la Sicilia: le funzioni dell’Alto Commissario, che era di nomina governativa, venivano sostituite in toto dal Presidente della Regione.

Lo Statuto definitivo e l’inizio dei “rinvii”

Alla fine, incalzati dai fatti d’armi (la battaglia di Monte San Mauro), la Consulta precipitò i propri lavori, con una prevalenza schiacciante degli autonomisti/federalisti (cripto-indipendentisti) rispetto ai centralisti.

I fatti sono noti: dalla Commissione lo Statuto passò alla Consulta, da questa al Governo italiano che lo approvò e infine andò alla firma del Re, che da poco era Umberto II, non più Luogotenente per l’abdicazione di Vittorio Emanuele III.

Ai primi di gennaio si arrivò ad un armistizio con i Separatisti. Due fatti erano determinanti. In primo luogo l’indipendentismo con centinaia di carcerati, sedi devastate e svuotate dalla polizia o da folle prezzolate dalle questure, isolata dall’abbandono internazionale, dall’opportunismo della classe dirigente, che aveva fiutato il vento, non faceva più paura. Si era capito che era stato ridotto in minoranza nella società, magari una grossa minoranza, ma sempre una minoranza.

Poi, tutto sommato, dal punto di vista dei Separatisti, la conquista dello Statuto se non era l’indipendenza poco ci mancava. Ci si poteva adattare a fare i “federalisti”, in attesa di tempi migliori. Ottenevano lo Statuto, l’amnistia, la possibilità di riorganizzarsi politicamente e di presentarsi alle elezioni. Anche se il tempo era poco per riorganizzarsi era un compromesso accettabile. L’Evis veniva naturalmente sciolto. Era il Trattato di pace tra Italia e Sicilia che determinava la nascita dello Statuto. 

Ma concentriamoci sulla parte finanziaria.

Gli altri progetti

Nel 1945 la Consulta, dopo essersi insediata, espresse una Commissione ristretta dalla quale sarebbe dovuta uscire la versione finale dello Statuto.

Non c’è bisogno di dire che la Questione finanziaria da allora cominciò ad essere la vera materia del contendere tra Sicilia e Italia.

Da un lato c’erano gli autonomisti veri, tra cui soprattutto Guarino Amella; dall’altro l’Alto Commissario Aldisio, che cercava di depotenziare al massimo il contenuto della grande Riforma.

Citiamo Guarino Amella perché fu il più combattivo di tutti. Presentò un progetto, il più fedele a quello Vacirca, appena appena adattato al nuovo contesto in cui la Sicilia non godeva più dell’appoggio internazionale. Grande patriota indipendentista, dopo i primi mesi dopo lo sbarco, con grande senso di responsabilità e pragmatismo, a nostro avviso “si finse” autonomista, per insinuarsi tra i partiti italiani che avrebbero deliberato sull’Autonomia, e spingere questa al massimo possibile.