I FRUTTI AMARI DEL COLONIALISMO: CACCIAMO VIA I PARTITI COLONIALI DALL’ARS

 

Cacciamoli via questi rappresentanti dei partiti coloniali dall’ARS, prima che sia troppo tardi.

La finanziaria regionale di questi giorni è l’ennesima occasione per spennare la Sicilia, con la loro complicità.

Vediamo come.

La Sicilia per i partiti italiani è un pollo; un pollo cui – ad ogni finanziaria – “nazionale” o regionale, va tolta una penna. Le penne sono quasi finite, poi si deve solo tirare il collo. Siamo vicini.

Tutte le “conquiste” della Sicilia autonoma sono concentrate nel biennio 1947-49 (anche lì molto in parte rispetto al dettato dello Statuto). Poi la stasi per meno di una decina d’anni. Poi comincia la marcia indietro, dapprima impercettibile, poi lenta ma decisa, poi più veloce, sempre più veloce.

Dal 2008 l’aggressione. Dal 2012 il massacro.

Sempre peggio, sempre più giù. Senza mai nessuno che alzi un dito per difendere la Sicilia.

Ora tocca a CAS e Riscossione Sicilia.

Tutti gli scippi alla Sicilia (come anche tutte le riforme “peggiorative” dello Statuto) sono partite formalmente sempre da siciliani, siciliani che non rappresentano noi ma i partiti che dall’alto li hanno “investiti”.

Oggi il regista di questa operazione non è neanche Crocetta, ma sono i “destrorsi” Falcone (nella foto) e Ardizzone.

Davvero non ci capacitiamo come qualche buontempone possa pensare che gli indipendentisti debbano essere “tutti uniti” (anche con Micciché, Falcone e compagnia cantante). Secondo loro basta qualche frase romantica su Facebook sul 1943, sulla Trinacria, per essere indipendentisti. 

Eh no, quello è solo folklore, anzi, peggio, ipocrisia. L’indipendentismo è SOSTANZA, è risposta ai problemi della Sicilia di oggi.

Ma non sprechiamo altre righe per questi ruffiani.

Torniamo al problema principale, e apriamo gli occhi.

La Sicilia dovrebbe possedere tutto il proprio demanio stradale, non solo quello che comporta solo spese, ma anche le autostrade. E ora stiamo regalando alla società autostrade non solo il CAS, ma anche quelle attualmente gratuite dell’ANAS. Saranno tutte a pagamento, un altro balzello sulla Sicilia, ma schifo fanno e schifo faranno.

La “colonia Sicilia” pagherà per usare le proprie stesse strade, anzi – rectius  – “trazzere”.

Poi – a che ci siamo – regaliamo anche la società di Riscossione Sicilia.

Perdiamo il gettito del contenzioso con Montepaschi (decine di milioni di buchi bancari probabilmente accollati ai cittadini siciliani). Perdiamo gli aggi, perdiamo l’autonomia finanziaria, l’ultima che ci resta.

Lo Stato, che da ora in poi amministrerà la nostra riscossione, deciderà ancor più se e quando e quanto darci con il contagocce.

E in entrambi i casi perdiamo centri decisionali, voce in capitolo sulle strategie e così via.

Sempre più colonia, complimenti.

Si dirà: ma sono “carrozzoni”.

E perché sono carrozzoni? Chi sono gli autori di questo dissesto? Gli stessi che ora ne pilotano la svendita.

Date questi carrozzoni in mano a noi indipendentisti e li trasformiamo in “oro”. I dipendenti, oggi avviliti, saranno entusiasti del nuovo corso.

Abbiamo chiesto ai 5 Stelle in particolare quale sia la loro posizione. Ci hanno risposto che vogliono mantenere Riscossione.

Meglio di niente, da riconoscere.

Ma noi siamo ben oltre. Non ci basta galleggiare con Fiumefreddo.

L’art. 37 dello Statuto (noi siamo “oltre” lo stesso Statuto, ma certo non “dietro” questo) presuppone che la Regione abbia “propri organi di accertamento e riscossione”. Quindi – per noi – non solo Riscossione Sicilia, ma tutta l’AGENZIA DELLE ENTRATE deve essere regionalizzata. Solo così cesseranno i furti italiani alla Sicilia.

Ma facciamola breve.

Il problema è più generale. Abbiamo all’Assemblea deputati coloniali, che fanno gli interessi dell’Italia contro quelli della Sicilia.

Il problema è tutto là.

La soluzione è prendere il loro posto.

Appuntamento al 5 novembre.

 

L’unico voto perso è quello dato ai partiti italiani.

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