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Una prima riflessione sul voto del 4 marzo.

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Il risultato delle elezioni politiche vede, per quel che riguarda la Sicilia, un’ulteriore erosione della partecipazione al voto che mette la Sicilia stabilmente al primo posto per l’astensionismo, ormai superiore al terzo dei cittadini aventi diritto. E’ un dato da non sottovalutare e che noi abbiamo sempre denunciato.

Ci sono moltissimi siciliani che non si sentono rappresentati dai partiti italiani ai quali, con questa legge elettorale, è stato impedito di esprimere una loro rappresentanza. Attendiamo i dati dello spoglio ufficiale per valutare l’esatta incidenza del voto bianco o nullo organizzato e cosciente che è l’unico segnale che gli indipendentisti hanno potuto dare in questa tornata. Ma c’è un dato “italiano” che ci riguarda e che non possiamo ignorare. Gli italiani hanno scelto il sovranismo e hanno bocciato il globalismo, e questo, oltre che nello spirito dei tempi, va nella stessa direzione nella quale noi spingiamo in Sicilia. Adesso il Movimento 5 Stelle ha il diritto, ma anche il dovere, di formare il Governo italiano. E soprattutto deve fare una scelta: o con il PD “euro-globalista” o con la Lega che, seppure da destra, porta avanti un malcontento simile. Secondo noi a governare devono essere i vincitori di queste elezioni, e quindi un governo M5S-Lega, l’unica che potrebbe portare avanti un’agenda sovranista. Se invece si trincereranno nel “non ci alleiamo con nessuno – si va a nuove elezioni o facciamo opposizione”, dimostrerebbero la totale inutilità del loro voto e questo non sarebbe perdonabile. E parimenti non sarebbe perdonabile un inciucio con il PD, il vero grande sconfitto di queste elezioni. In democrazia governa chi vince e hanno vinto il 5 Stelle e la Lega. Salutiamo con particolare favore la fuoriuscita dalla scena politica degli europeisti della Bonino. In Sicilia il consenso dei 5 Stelle è plebiscitario, molto al di là delle ultime regionali, e va rispettato. E quindi, da adesso, è ai deputati e senatori 5 Stelle che chiederemo il rispetto a Roma dei diritti calpestati della Sicilia. Un candidato, a questo punto certamente eletto, ne ha promesso la difesa prima delle elezioni. Adesso è il momento della verità. Vedremo chi difende la Sicilia e chi no.

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