Screen Shot 01 29 19 at 12.00 AM

LA FINTA SECESSIONE DEI RICCHI

Screen Shot 01 29 19 at 12.00 AM

 

Da indiscrezioni presso la RGS arrivano bruttissime notizie per quel che riguarda l’Autonomia delle Regioni del Nord.

A quanto pare daranno a quelle regioni il 90 % del riscosso, ovunque sia maturato il tributo, quindi comprese le risorse che il nostro Statuto ci garantisce con l’art. 37. Non più derubate dallo Stato, come era stato fino ad oggi, ma direttamente dalla Regione Lombardia, dalla Regione Veneto e dalla Regione Emilia-Romagna, senza neanche passare da Roma. Non è che non sappiano che tra il “riscosso” e il “maturato” ci sia un’enorme differenza, ma sanno anche che il “maturato” nelle singole regioni ad oggi non è oggetto di misurazione statistica. E quindi, nel frattempo, vince il “riscosso”.

Cerchiamo di spiegare con un semplice esempio la portata pratica di questa “svolta”.

 

Se Unicredit ha “inghiottito” gli sportelli siciliani del Banco di Sicilia, la vecchia IRES che fino al 2011 il Banco di Sicilia dava alla Regione e che da allora in poi, in barba allo Statuto della Regione (art. 37) ingiustamente trattiene lo Stato, dall’anno prossimo andrà direttamente alla Regione Lombardia. Le NOSTRE tasse, IRPEF, IRES, IVA, etc. andranno in queste regioni che saranno sì, autonome, ma con i soldi degli altri italiani, non con i loro. Quindi, in breve, le tasse delle regioni povere, andranno per un’ampia quota nelle regioni ricche del Paese.

Che significa tutto ciò?

Tante cose.

Primo: a queste regioni ricche, in un solo anno, viene garantito e concesso ciò che è stato negato dal 1946 ad oggi alla Sicilia, che ancora attende invano i decreti attuativi giusti dello Statuto. Le loro norme secondarie (leggi ordinarie) stanno prevalendo e prevaricando quelle del nostro Statuto (leggi costituzionali). Ogni ulteriore commento pare superfluo.

Secondo: lo Stato italiano sarà svuotato di risorse a favore del Nord, e quindi non avrà più altra funzione che quelle essenziali di far pagare a tutta l’Italia l’eterno debito europeo, reprimere il dissenso, attraverso le forze armate e dell’ordine, nonché tenere in catene il Mezzogiorno per poter continuare a drenare risorse dal Sud al Nord. Lo Stato italiano, confederazione per il resto inconsistente, non avrà altri poteri

Di perequazione o coesione non se ne potrà neanche parlare, né per garantire i Livelli Essenziali di Prestazioni (LEP) in tutto il Paese né per recuperare lo spaventoso gap infrastrutturale causato da più di un secolo e mezzo di colonizzazione interna (che per la Sicilia sono anche di più perché non ha stato proprio ormai da due secoli abbondanti). La Sicilia ha l’infrastrutturazione peggiore d’Italia, per beffa una norma costituzionale che ne dovrebbe garantire il recupero (art. 38 Statuto) e dovrà assistere impotente a questa ulteriore divaricazione di opportunità. Quindi uno Stato ridotto solo a strumento diretto di dominio delle Regioni del Nord sulle Regioni del Sud e delle Isole.

Terzo: Il Movimento 5 Stelle, se acconsentirà a tutto ciò, non avrà più alcuna ragione di esistere e di presentarsi al Sud e in Sicilia, avendo esaurito ogni funzione di rappresentanza dei territori, sulla quale abbiamo sempre nutrito forti dubbi.

Quarto: Non vorremmo essere nei panni dei Leghisti Siciliani oggi, costretti a difendere l’indifendibile e a sparare contro la propria Terra: come si presenteranno domani ai loro elettori? con quale faccia?

Quinto: gli altri “attori” politici, italiani o siciliani (Musumeci, Armao, PD, Forza Italia, Sinistre di tutti i tipi, Fratelli di – appunto – “Italia”), tranne Siciliani Liberi, non dicono UNA PAROLA su tutto ciò. Si occupano più o meno tutti della Sea Watch, che a quanto pare è il problema più importante dei Siciliani di oggi. Musumeci, no, lui no, non si occupa di questo, lui vuole il “Ponte”. Di Villarosa e Armao, che “un tempo” parlavano male degli accordi di Crocetta con lo Stato italiano, si sono perse le tracce.

Sesto: Non esiste al mondo regime coloniale che, oltre a imporre il consumo dei propri prodotti finiti e a prelevare a buon mercato le materie prime, oltre a imporre a usura l’uso della propria moneta, preleva persino il magro gettito tributario dei paesi sottomessi e lo porti alla madrepatria (se non nell’antichità i cd. “paesi tributari”). Neanche gli USA con Puerto Rico fanno una cosa del genere. Neanche la Francia con la Repubblica Centrafricana (ce lo vedete Macron a razzolare la misera IRPEF degli africani?). In “Italia” invece le Regioni del Nord saranno autorizzate a portare a casa propria una congrua parte delle poche e magre risorse tributarie che maturano nelle regioni più povere: colonialismo straccione, a non dire altro.

Settimo: Il Nord NON vuole l’indipendenza, parliamoci chiaro, esattamente come la Germania NON vuole che l’Italia esca dall’euro. Questa “secessione” dei ricchi è “fino a un certo punto”. Se fossero indipendenti non potrebbero né imporci le loro mercanzie né portarsi a casa il nostro gettito tributario. Ci vogliono uniti a loro ma solo per massacrarci. Niente in contrario alla loro indipendenza, ci mancherebbe, però che sia totale. Se necessario anche ponendo l’embargo per i loro beni e servizi sui nostri mercati. Ci serviremo altrove, e forse qualcosa potremmo produrlo da noi. Non compreranno (quasi gratis) più il nostro prodotto agricolo? Non vorranno più la nostra energia? Faranno altrove le loro vacanze? Il mondo è grande, ci rivolgeremo ad altri.

Insomma dall’anno prossimo l’Italia non esisterà più se non di nome, se mai è esistita veramente. E saremo finalmente sudditi coloniali con il timbro di uno Stato italiano ridotto a gendarme degli staterelli semi-sovrani del Nord. Anzi, prevediamo un esodo, di centinaia di migliaia di meridionali verso il Nord molto di più che negli anni del Miracolo Economico (miracolo degli altri, naturalmente). Qui resterà un’economia devastata e deserta, una popolazione rarefatta e invecchiata, una società rattrappita, tasse tali da scoraggiare qualsiasi iniziativa e servizi pubblici e infrastrutture da Sud Sudan (detto con tutto il rispetto per il paese africano).

Ma la vera notizia è un’altra:

Nessuna reazione in Sicilia ad oggi. Qua va tutto bene. Il sole risplende e il rancio è ottimo e abbondante.

La mobilitazione di Siciliani Liberi, però, non mancherà.

Ci devono rendere conto di quello che stanno facendo.

Rispondi