Soldi rubati

Se si applicasse alla lettera lo Statuto e il dettato della Costituzione nel loro combinato disposto
la Regione avrebbe
1) Maggiori entrate per le imposte dirette che oggi lo Stato ingiustamente trattiene e che
dovrebbero andare al 100% alla Regione.
Oggi In Sicilia sono raccolti 10.650 di imposte dirette, ma di queste circa 4.100 sono trattenute
dallo Stato e non devolute alla Regione
2) Maggiori entrate per le imposte indirette come sopra.
Qui si deve distinguere tra IVA e altre imposte indirette. L’IVA, che toccherebbe al 100% alla
Regione, e che viene raccolta ogni anno per circa 7.350 milioni l’anno, compresa quella alla
dogana, viene trattenuta illegittimamente dallo stato per circa 4.850 milioni.
Le altre imposte indirette sono di calcolo più complicato: quelle al consumo dovrebbero
andare al 100% alla Regione, quelle alla produzione dovrebbero andare allo Stato, ma questo,
per tenere conto del costo effettivo delle funzioni statali in Sicilia, delle funzioni statali svolte
dalla Regione e per obiettivi di coesione sociale interna, dovrebbe garantire, questa volta per
l’art. 119 Cost., una quota di compartecipazione alla Regione. Sono le famose accise, per le
quali lo Stato raccoglie in Sicilia circa 5.050 milioni l’anno. Considerando le spese di difesa,
esteri, giustizia, interni e un contributo alle spese centrali, si dovrebbero detrarre a favore
dello Stato, non più di 2 miliardi l’anno. Per questa via, quindi, lo Stato trattiene
illegittimamente altri 3.050 milioni.
3) Maggiori entrate per il gettito maturato in Sicilia e riscosso altrove (art. 37 Statuto)
È una delle voci più difficile da calcolare perché non esiste una bilancia regionale dei
pagamenti. Si può dire che se si parametra il gettito delle società di capitale al 50% sulla base
dei ricavi e al 50% sulla base dei costi, la somma si può calcolare in un mancato gettito di non
meno di 2.500 milioni l’anno.
4) Maggiori entrate per il gettito del Fondo di Solidarietà Nazionale (art. 38 Statuto)
Ai sensi del suddetto articolo dello Statuto lo Stato dovrebbe garantire un fondo per
recuperare il gap infrastrutturale tra Sicilia e Italia (sia sotto forma di investimenti diretti sia
sotto forma di trasferimenti in conto capitale). Questo fondo dovrebbe tendere a bilanciare il
minor gettito tributario dovuto al fatto che il reddito pro capite in Sicilia (lo Statuto dice
“redditi da lavoro” ma poco cambia, trattandosi di un termine espresso in un’epoca molto
lontana) è più basso della media nazionale. Se si rapporta il gettito IRPEF al reddito medio
nazionale mancano all’appello circa 5 miliardi e mezzo che l’Italia dovrebbe dedicare alle
disastratissime infrastrutture siciliane ogni anno fino al recupero del gap. Naturalmente, però,
dal conto dobbiamo togliere i circa 750 milioni di questo tipo di spese in conto capitale che
effettivamente lo Stato spende ogni anno per la Sicilia.