Renzi abolisce le banche cooperative e si prende quelle siciliane

 

Il regime è una cosa seria e, passo dopo passo, si consolida. Il regime non si accontenta di togliere le libertà politiche e di controllare l’informazione. La cosa più importante è quella di mettere le mani nelle tasche del popolo, prendere il controllo economico della società e impedire che qualunque forza economica nuova possa sostituirsi al regime.

Renzi, dopo avere “privatizzato” le banche cooperative maggiori,

su mandato dei poteri finanziari forti che lo spalleggiano, ora mette praticamente fuori legge la cooperazione bancaria “minore”, che controlla un residuale 8 % dei depositi in Italia. Ma il regime vuole lasciare ai cittadini lo 0 %. Tutto deve passare dall’intermediazione bancaria forte. I cittadini, per comprare e vendere tra di loro, non possono usare più la moneta legale (al di là delle operazioni di facciata sull’aumento dell’uso del contante), ma non possono più nemmeno creare delle piccole cooperative di credito, le banche “popolari”. Per comprare e vendere ci vuole solo e soltanto il “marchio della bestia”, come dice bene l’Apocalisse.

Come sono messe fuori legge le cooperative minori? Con lo stesso principio con cui sono in via di svendita quelle maggiori. Il pretesto è sempre quello che … sono troppo piccole per essere competitive. Con questo pretesto tutte le banche cooperative con patrimonio inferiore a 200.000 euro teoricamente non sono chiuse, ma “devono confluire” in una holding nazionale che le controllerà. In pratica sono trasformate in “terminali stupidi”, in semplici sportelli di una nuova grande banca che sarà controllata dal regime.

Ogni centro decisionale è tolto alla periferia e portato al centro. Da ora in poi sarà in pratica impossibile costruire una nuova banca cooperativa, a meno che non sia il potere a volerlo.

E la Sicilia? Che ne sarà dell’ICCREA? E dei poteri residui della Regione sulla vigilanza del credito rurale, artigiano e coopertivo? Nulla, sarà macinata, calpestata, come sempre, magari con la benedizione immancabile di Baccei, e di Crocetta, e di Cracolici, e di Faraone, e di…. e con il silenzio delle opposizioni di sua maestà, naturalmente.

La Sicilia, dopo essere stata scippata del sistema bancario privato e cooperativo negli anni ’80, a cominciare dalla potente Banca Popolare Siciliana, fatta fagocitare, sotto la regia della Banca d’Italia, dal MPS, poi anche esattore coloniale della Sicilia, dopo essere stata scippata della Cassa di Risparmio, e poi persino del Banco di Sicilia, perde anche gli ultimissimi scampoli di autonomia finanziaria. E questo avviene nel silenzio generale delle forze politiche, che forse neanche capiscono cosa sta succedendo.

Noi di Siicliani Liberi lo ribadiamo, voce che grida nel deserto di questa Sicilia coloniale. La riforma delle cooperative è l’ennesimo assalto alla Sicilia e ai cittadini.

E’ un’aberrazione costituzionale tre volte.

Primo, perché centralizza a Roma funzioni di coordinamento e vigilanza del credito che spettano alla Sicilia.

Secondo, perché disattende il favore costituzionale verso la cooperazione e la tutela del risparmio, per sottoporre a speculazione persino l’ultimo ambito che era sfuggito alla mostruosa concentrazione bancaria speculativa dei nostri tempi.

Terzo, perché incorporando le piccole cooperative di credito in una grande corporation, di fatto mette la cooperazione bancaria fuori legge, la impedisce manu militari, violando quelle stesse leggi di concorrenza europee che si vorrebbe siano un principio costituzionale che dovrebbe prevalere anche sull’ordinamento interno.

Quando noi indipendentisti avremo conquistato il potere in Sicilia, una delle prime cose che faremo sarà quella di dotare la Sicilia di un sistema bancario e finanziario, pubblico, privato e cooperativo, indipendente dalla grande speculazione italiana, europea e internazionale. Senza indipendenza finanziaria non c’è indipendenza economica, e senza indipendenza economica non c’è libertà né benessere né speranza. Sappiamo che i poteri forti tenteranno di impedirlo. Non è nella loro agenda che i popoli si sottraggano alla loro usura. Ma, se i Siciliani saranno con noi, noi saremo il potere forte, e nessuno potrà sconfiggerci.

 

 

Rispondi