Gli avvoltoi di Equitalia svolazzano sulla Sicilia

 

Non contento di aver regalato miliardi allo Stato italiano, il più servile e fantoccio dei governi regionali oggi regala all’Italia, anzi alla tristemente nota Equitalia, l’ultimo polmone finanziario della Sicilia: Riscossione Sicilia. In questo il duo Crocetta-Baccei pare sia spalleggiato da una maggioranza trasversale che passa anche dall’opposizione (finta) di Forza Italia,

tra cui alcuni deputati regionali che si sciacquano la bocca di autonomismo e indipendentismo. Eccoli di nuovo messi alla prova con le loro contraddizioni. Regalate altri soldi allo Stato? Bene, ditelo anche ai vostri elettori o clienti potenziali, tra i quali molti “forestali”, che questa mossa scaverà la fossa ulteriormente ai loro diritti.

Una maggioranza trasversale ascara sta dando un’altra picconata alla Sicilia pensando di passare inosservata. Noi di Siciliani Liberi denunciamo questa ennesima violazione dei diritti della Sicilia.

La norma è peraltro incostituzionale, giacché il 2° comma dell’art. 37 prevede chiaramente che la Regione abbia i propri uffici finanziari. In applicazione di questa norma, nel lontano 1947, il Presidente Alessi fece un accordo, mai abrogato, con lo Stato facendosi carico delle spese degli stipendi dei funzionari statali incaricati della riscossione dei tributi, dichiarando di volersi avvalere “provvisoriamente” degli uffici finanziari periferici dello Stato (allora le Intendenze di Finanza, poi confluite nell’Agenzia delle Entrate) in attesa che la Sicilia si dotasse dei propri uffici finanziari. In virtù di quel lontano accordo teoricamente l’Agenzia delle Entrate dovrebbe prendere disposizioni direttamente dal Presidente della Regione e non dal Ministero dell’Economia. Teoricamente, appunto. Riepilogando: la Sicilia dovrebbe, ad oggi, regionalizzare l’Agenzia delle Entrate e non statalizzare la propria azienda di riscossione. Potrebbe addirittura fondere le due strutture. Ma – come si sa – gli uffici finanziari sono uno strumento surrettizio affinché lo Stato distragga, come peraltro certificato persino dalla Corte dei Conti, risorse siciliane a favore dello Stato (RUBA in italiano semplice), chiedendo poi tagli, tagli, tagli, e ancora tagli.

I cittadini non sanno che questi tagli non derivano da sprechi della Regione, ma dai furti dello Stato. I cittadini vengono confusi tra la necessaria riqualificazione QUALITATIVA della spesa e una impossibile ulteriore riduzione QUANTITATIVA. Poi non capiscono perché nei pronto soccorso ci sono pochissimi medici di turno, chiudono i punti nascita, chiudono i musei, si sopprimono le corse di pullmann essenziali, si chiudono le riserve naturali, etc. etc. Tutto questo avviene sotto la regia dello Stato e nessuno lo dice. Persino il presidente dell’ANCI, Leoluca Orlando, fa finta di non accorgersene e attribuisce solo alla Regione il taglio dei trasferimenti ai Comuni che sta determinando il loro dissesto.

Solo l’attuazione dello Statuto oggi potrebbe salvare la Sicilia da morte certa ed immediata, e questo governo, e questa maggioranza (anche quella “allargata”) che fanno? Regalano allo Stato altri pezzi di risorse finanziarie e di Statuto.

Stiamo parlando di soldi e di diritti dei Siciliani, che altri siciliani, i privilegiati dell’ARS, stanno svendendo, anzi regalando, a Roma senza alcuna contropartita che non sia – presumiamo – di carattere personale e attinente alla loro carriera politica.

Peraltro, le difficoltà di Riscossione Sicilia sono state create ad arte per arrivare a questo risultato. Nessuno dice che il passivo della partecipata della Regione è stato costituito dal vecchio gestore privato, Montepaschi Serit. Nessuno confronta gli ultimi bilanci della Serit con i primi di Riscossione Sicilia, per verificare se ai danni della Sicilia si sia consumato un drammatico saccheggio, una drammatica truffa, in cui i profitti sono stati portati altrove, lasciando mutui passivi costituiti ad arte, per poi fare affondare tutto e regalare tutto a Equitalia, che non chiede di meglio che di cibarsi della carne dei Siciliani per portare meglio ancora di più di ciò che resta di qualche nostro spicciolo.

Se e quando alla prossima legislatura al Parlamento Siciliano ci saranno gli indipendentisti sarà molto, molto difficile, ripartire dal cumulo di macerie lasciato da questi vili collaborazionisti. Speriamo che in ARS ci sia ancora qualche Siciliano, degno di questo nome, in grado di fermare questo scempio.

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