La boutade di Faraone sui musei: ma lo sa di cosa parla?

 

Il sottosegretario renziano la spara grossa sui musei siciliani proponendo concorsi internazionali. Bene. Ma, forse, prima si dovrebbe risolvere questioni ‘locali’ di cui il suo partito è grande esperto: dalle raccomandazioni per chi li dirige a quel patto scellerato tra politica e sindacati che li tiene chiusi, fino al blocco dei servizi aggiuntivi. Onorevole, ci faccia il piacere: parli di cose concrete ed eviti la propaganda altisonante…

 

Ci fa veramente piacere che il sottosegretario alla Cultura, Davide Faraone, da bravo siciliano, auguri il meglio per i musei siciliani, auspicando che venga attuata anche qui la riforma che il ministro Franceschini ha coraggiosamente proposto per i grandi musei italiani, con tanto di concorso internazionale e scelta, pescando anche tra concorrenti stranieri. Ma, forse da meno bravo siciliano, Faraone purtroppo ignora – o finge di ignorare- alcune fondamentali questioni che, ahimè, vanno comunque tenute ben presenti, se si vogliono fare discorsi e proposte costruttive e non demagogiche o compiacenti verso il padrone di turno.

La prima questione- è bene dirlo- riguarda le nomine dei direttori dei musei che vengono fatte con lo stesso criterio di altri dirigenti apicali degli assessorati regionali. Pertanto, soprintendenti, dirigenti generali, direttori speciali, commissari, revisori, presidenti, e chi più ne ha più ne metta, seguono solo ad una regola ferrea: l’appartenenza ad una certa politica e la raccomandazione. Nessuna di queste persone viene individuata per meriti, né tantomeno per concorso, ma secondo logiche che niente hanno a che vedere con la meritocrazia, o se un pizzico possiamo trovarne, è comunque subordinata alla ben più importante “segnalazione”, “raccomandazione” o come volete chiamarla.

E questo, purtroppo, non solo avviene ed è avvenuto con questo governo, -a guida PD, lo ricordiamo-, ma si è intensificato a livelli elevatissimi: nessuno può andare o sperare in una nomina se non è sapientemente “protetto” . Lo sa, questo l’onorevole Faraone? Se disconosce questa amara verità– ma non credo- è bene che se ne faccia una ragione, perché il suo partito è il principale sponsor e attuatore di questa logica.

Naturalmente lo fanno anche tutti gli altri, ma proprio per questo, se uno alza la voce auspicando qualità e meritocrazia, dovrebbe essere il primo, coerentemente, a metterla in pratica e non il contrario.

Ma restiamo all’interno dei Musei, e dei Beni Culturali.

La seconda questione che va affrontata e che va detta, è che la Sicilia, proprio in virtù del suo Statuto Speciale, e, aggiungiamo noi, di persone all’altezza, ha promulgato leggi sui Beni Culturali che ancora oggi sono all’avanguardia (legge regionale Granata n.10/2000), e sono stati fatti veri e propri “salti in avanti” con l’istituzione dei Parchi Archeologici, di cui l’esempio di Agrigento è sotto gli occhi di tutti. Esempio concreto è la recente riforma di Franceschini sull’accorpamento delle Soprintendenze che è stata fatta sul modello Sicilia dove già esiste dal 1980 e funziona.

Se poi una classe politica inetta e inerme che -soprattutto recentemente – della cultura si è disinteressata e non l’ha attuata, dobbiamo riconoscere che il povero Statuto non c’entra niente, ma al contrario c’entrano solo le teste di rapa.

E adesso andiamo proprio alla questione sui Musei.

Il primo problema dei nostri Musei riguarda proprio la loro fruizione nei giorni festivi perché un patto (scritto) tra governi passati ( quando c’erano soldi e risorse), ha fissato nella percentuale del 30% il numero delle ore dei festivi che un dipendente addetto alla fruizione (leggasi custode) può fare, senza incorrere nel pagamento dello straordinario ( per il quale non ci sono-ovviamente- soldi). Detta percentuale adesso contrattata fino al 50%, dipende sempre e solo dalla volontà del lavoratore e cioè significa che il superamento fino al 50% non si può imporre, e che se il lavoratore non è disponibile, non si può obbligarlo

Ora, se facciamo giusto un paio di conti spiccioli, che non richiedono la laurea, il 30% dei festivi, in un mese senza altre festività , significa 1,3 domeniche a testa, lasciando le altre scoperte ( e quindi museo chiuso). Se poi indaghiamo un po’ più a fondo, scopriamo che quando il personale di custodia è impiegato con turni che coprono le 24 ore, questa quantità si riduce paurosamente, perché la notte del sabato e quella della domenica, oltre naturalmente alla giornata del festivo, rientra nella famosa percentuale del 30%! E queste regole non le può cambiare nessun direttore megagalattico, neanche se viene dalla luna, ma solo il dirigente generale, e, aggiungiamo noi, quindi la politica.

Proprio così, perché se tutto ciò è avvenuto e continua ad avvenire, non è colpa del dirigente generale di turno, ma della politica che-ovviamente- di questo patto con i sindacati ne fa una ragione di consenso e, quindi, vitale.

Ci vuole far credere il sottosegretario Faraone che ignora queste cose?

Terza questione: Ultimamente, in questi anni a guida PD, i Musei vivono, anzi sopravvivono, con quello che potremmo definire una miseria, poche centinaia di euro, per tutto l’anno, con i quali ovviamente non solo non si può fare una mostra, ma non si possono certo dotare le strutture di tutti quelle risorse essenziali che servirebbero per battere il gap ormai enorme che inficia qualsiasi prestazione e performance: rete, computer adeguati, consulenze specialistiche, materiale didattico e di comunicazione, ecc. Il risultato?

Tutto quello che si fa è frutto del sacrificio e della buona volontà dei così tanto vituperati direttori a volte costretti a mettere le mani nelle proprie tasche per ottenere il successo dei loro progetti.

Lo sapeva questo l’onorevole Faraone?

E che dire delle proposte avanzate anche dall’interno dei Beni Culturali, relative all’autonomia finanziaria dei Musei, cioè in soldoni, al finanziamento degli stessi con i proventi dei biglietti venduti,?

Iniziativa che stimolerebbe più di qualsiasi altra cosa il raggiungimento di performaces e risultati sempre migliori,ma gentilmente e fermamente respinte dall’Assessore all’Economia, cioè Baccei, il fido inviato di Renzi?Ma come, non lo sapeva, onorevole? Si informi, si informi, prima di parlare di cose che non conosce…..

E per finire, ecco la ciliegina sulla torta: ma lo sa l’ on. Faraone che quello che invece fa vivere, e anche in modo piuttosto florido, gli altri musei, soprattutto d’oltralpe, sono i cosiddetti “servizi Aggiuntivi”?

Si tratta, cioè di tutte quelle attività che si possono affidare all’esterno: come servizi di guida, laboratori didattici, caffetteria, comunicazione, promozione, merchandising, ecc.

Questi servizi in Sicilia non esistono più perché sono stati bloccati dal governo Crocetta che, azzerando tutto quello che era stato fatto prima, non si è neanche posto il problema di proporre altro per tutti quei siti di minore importanza, o comunque di rimettere in moto e velocemente, la questione?

Ma lo sa, onorevole, che grazie allo Statuto (sì, proprio quello che lei ed altri paladini vorreste eliminare), oggi il parlamento siciliano potrebbe legiferare in tal senso SUBITO con una piccolissima norma, sbloccando e rendendo facile e veloce l’affidamento di questi servizi a cooperative di giovani, onlus, associazioni culturali, che costituiscono delle realtà locali e che così si realizzerebbero veramente posti di lavoro qualificati sulla cultura?

Ahhhh…. non lo sa?

Allora, ci permetta un dubbio che vorremmo sottoporre anche a Lei, in qualità di Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione: ma non è ,invece, che alla classe politica non importa proprio niente della Cultura e di quella Siciliana in particolare ?

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