INDEPENDENCE DAY! La vera indipendenza è dall’Europa!

 23 giugno 2016: sconfitta storica per l’Europa dei banchieri! La prima vera grande Waterloo dove l’agenda mondialista va in pezzi, proprio nel paese in cui, qualche secolo fa, il mondialismo è nato. Una nemesi della storia. Il drago che succhia sangue a centinaia di milioni europei è stato colpito, questa volta forse a morte. Il terrorismo psicologico, e forse anche quello in senso letterale, non è bastato a fermare lo spirito libero degli Inglesi che hanno sconfitto già due volte l’imperialismo continentale, e che si avviano a sconfiggerlo per la terza volta. Ma qual è la lezione che arriva da Londra? Secondo noi sono tre.

 

 La prima è che E’ POSSIBILE FERMARE L’AGENDA MONDIALISTA di quell’élite dell’1 % che affama la popolazione mondiale. Non è vero che “non ci sono alternative”, come ci raccontano ogni giorno. Ricordiamo che questa Europa ormai non è il sogno di una confederazione pacifica di stati, magari di stati regionali, che democraticamente mettono insieme le loro risorse per parlare al mondo con una voce sola (ciò che sarebbe certo una cosa buona), ma è una consorteria di banche che ha sovvertito tutti gli ordinamenti democratici, che ci sta imponendo trattati commerciali in cui i produttori locali vanno in rovina, i consumatori sono “incaprettati”, e le banche e le multinazionali non sono più processabili dalla magistratura ordinaria.

Questa Europa contribuisce allo sfruttamento globale dei paesi poveri; sfruttamento che alimenta un esodo biblico volto non ad “accogliere” i “migranti” come ci raccontano ma a reintrodurre la schiavitù in Europa, intanto per i nuovi venuti, e poi – date tempo al tempo – anche per i vecchi residenti. Questa Europa non riconosce diritti ai lavoratori, ai consumatori e ai cittadini, ma neanche ai piccoli imprenditori e ai professionisti, per i quali è in atto il più grande processo di proletarizzazione mai osservato dalla Rivoluzione Industriale ad oggi.

Questa Europa predica un mondo senza radici, senza nazioni, senza diritti, senza corpi sociali intermedi, senza famiglie, senza democrazie, senza autonomie, ma soltanto fatta di sudditi/consumatori/schiavi. Un mondo in cui non c’è più ceto medio e in cui tutto è precario, in cui nessuno è proprietario nemmeno della propria casa, né può progettare la propria vita in modo stabile. Un mondo dove anche i diritti essenziali saranno a pagamento e dove chi, nonostante tutto, riuscirà a guadagnare qualcosa, dovrà dare il 75 % almeno delle proprie risorse a uno stato-leviathan che a sua volta riverserà quasi tutto a un cartello di banche dal quale avrà preso a prestito la moneta che serve al sistema.

Questo mondo immondo, in cui ci dobbiamo sopportare anche le prostitute “riformiste” delle sinistre europee, da Tsipras a Corbin, passando per Podemos, che fanno finta di essere contrari agli aspetti peggiori di questa Europa, ma che non vogliono toccato l’euro né i trattati commerciali capestro e la burocrazia asfissiante, questo mondo – dicevamo – si avvia a morire. Oggi tutti sanno che l’Europa è un mostro, ma l’Europa è tenuta insieme dalla paura, dalla paura del vuoto, dell’ignoto. Da ora in poi la Gran Bretagna starà là a dimostrare che un’altra Europa è possibile. Un’Europa di libertà e democrazia, contro quella della burocrazia e dell’oppressione. Come si potrà impedirne l’imitazione?

La seconda è che l’UNIONE EUROPEA HA I GIORNI CONTATI E CON L’EUROPA L’EURO, LA PIU’ SBAGLIATA DELLE MONETE DELLA STORIA. Non credete ai veri euroentusiasti che ci raccontano che “il progetto europeo va avanti”. Il sogno europeo, ormai diventato “incubo” europeo, è finito. Non sono bastati Obama, il Fondo Monetario Internazionale, l’Unione Europea, la City di londra, Soros, Junker, la Chiesa anglicana, la stampa “embedded” e tanti tanti altri “potenti” del mondo a impedire il naufragio. L’impero occidentale sta crollando sotto i nostri occhi. Le crepe sono ormai visibili a occhio nudo, dagli USA all’Europa. Hanno fatto di tutto per rinviare questo crollo, si diceva sempre che prima o poi ci sarebbe stata una falla, e la falla è arrivata. Le elezioni in Austria forse si rifaranno, i brogli non sono bastati. Quale credete sarà il risultato? Si farà certamente un referendum in Olanda, quale credete sarà il risultato? Come voteranno i francesi l’anno prossimo? Fa un po’ pena vedere gli schiavi mediterranei affezionati alle loro catene, ma – nonostante loro – torneremo liberi e – chissà – da liberi potremo pensare ad un’Europa diversa, a quell’Europa dei popoli che si vagheggia spesso. Ma prima respiriamo un po’ di libertà.

La terza lezione è quella più importante per noi Siciliani, come per tutti i popoli europei senza stato: LA VERA INDIPENDENZA E’ DALL’UNIONE EUROPEA! Noi siamo disposti anche a negoziare, a “sopportarla”, a inserirci nelle pieghe dei diritti delle “regioni insulari” finché non è possibile nulla di meglio. Ma questa è solo “realpolitik”. Non si può essere “indipendentisti dall’Italia” e poi andarsi a mettere nuove, più pesanti, catene da Bruxelles o Francoforte. Che senso ha diventare indipendenti dall’Italia e poi magari più schiavizzati della Grecia, costretti a chiudere scuole e ospedali per non spiacere alla Germania? Oggi da queste elezioni esce sconfitto anche l’indipendentismo scozzese, che si attarda nella posizione europeista più reazionaria. Noi non li comprendiamo. Vogliono l’indipendenza da Londra per essere schiavi d’Europa? Ma che razza di indipendentismo da salotto è? Potremmo capire se ci fosse ancora la vecchia CEE: un cappello europeo contro il dispotismo degli stati centrali, ma questa Europa che ci mette direttamente le catene al collo? No, ci spiace, l’indipendentismo è una cosa seria, significa volere uno “stato indipendente”, non una regione autonoma di un impero continentale.

Per queste ragioni oggi è un giorno di festa anche per l’indipendentismo siciliano. Una strada è segnata anche per noi, e chissà che l’antica cugina normanna della Sicilia, libera finalmente dalle massomafie globali che pure lì hanno avuto la loro culla storica (ma che in realtà sono apolidi), non possa essere di aiuto e di esempio per l’altra grande isola europea che oggi lotta per la propria indipendenza: la Sicilia. Che questo sia di auspicio anche per noi. Anche per la Sicilia un INDEPENDENCE DAY OGGI E’ POSSIBILE! Basta crederci.

Rispondi