Comuni senza un euro: Sindaci complici del massacro

I responsabili del dissesto finanziario degli enti locali siciliani hanno un nome: PD e Governo nazionale. Eppure, molti sindaci preferiscono tacere e fare pagare ai cittadini un prezzo amarissimo. Perché rispondono a questo partito invece che occuparsi del loro territorio…

Oltre duecento Comuni siciliani non hanno ancora approvato i bilanci consuntivi, né quelli di previsione. Chi è riuscito in questa ardua impresa, lo ha fatto riducendo all’osso servizi essenziali per i cittadini e aumentando la pressione fiscale all’inverosimile. Una ventina di Comuni hanno già dichiarato il dissesto finanziario, altri si accingono a farlo e se ancora non l’hanno fatto è solo perché prendono tempo. 

Un panorama drammatico descritto anche dalla Corte dei Conti siciliana che nella relazione sugli Enti locali diffusa ad Agosto ha parlato di un tracollo finanziario allarmante. Ed ovvio che sia allarmante perché a pagare sono i cittadini che vengono salassati e che si ritrovano a vivere in comuni che non sono più in grado di garantite loro nulla. 

Una ecatombe di queste proporzioni non si era mai vista, nemmeno in Sicilia. Siamo convinti che se una situazione del genere si fosse verificata in Francia, i Sindaci di quel Paese avrebbero invaso le strade di Parigi e occupato l’Eliseo in maniera permanente. In Sicilia, invece, la maggior parte dei Sindaci, praticamente tace. O si limita a qualche timida denuncia nella quale non indica mai i veri responsabili della pesantissima crisi cui stanno condannando i proprio concittadini. Come mai?

La risposta è tragicamente semplice: perché a condannare a morte i comuni siciliani è stato il Governo nazionale e quindi il PD. E molti Sindaci rispondono a questo partito e non ai cittadini che li hanno eletti. 

Da dove cominciamo? Dal Fondo regionale per le Autonomie locali, per esempio, che grazie ai tagli di trasferimenti, si è ridotto nel giro di pochi anni da 900 milioni di euro a 300 milioni di euro all’anno. Come se non bastasse, la Regione non ha erogato un euro di questi 300 milioni ai Comuni e siamo a Settembre. E come mai?

Perché il Governo Crocetta- sempre a trazione PD- ha scelto di auto condannarsi – e condannare i Siciliani- ad una pesantissima crisi di liquidità solo per compiacere il Governo nazionale. Al quale continua a regalare i nostri soldi con gli accordi truffaldini Stato-Regione ( l’ultimo è dello scorso Giugno  ve ne parliamo qui) –  che rubano soldi ai Siciliani e calpestano i loro diritti, in cambio di un piatto di lenticchie (i fantomatici 500 milioni che se pure arrivassero- non basterebbero di certo a risolvere l’emergenza, sono a destinazione vincolata e c’è pure l’obbligo di reintegrarli con il gettito delle entrate).

Ancora, nonostante la Regione Siciliana sia sull’orlo del precipizio, continua  pagare allo Stato il contributo più alto per la finanza pubblica (come ha ammesso lo stesso assessore commissario Baccei): 1 miliardo e 286 milioni nel 2015, quando nel 2012 il contributo si ‘fermava’ a 639 milioni e che da qui al 2018, passera a 1 miliardo e 510 milioni. Più della Lombardia, più di tutte le altre regioni. Non è un caso che, seppur in maniera diplomatica, i magistrati contabili, nella relazione sul rendiconto generale per l’esercizio finanziario 2015, parlano di uno Stato “che stressa i conti della Sicilia”. Rileggiamo insieme questo passaggio della relazione: 

 “Si deve rilevare il crescente stress al quale sono state sottoposte le entrate regionali,che subiscono drenaggi annualmente sempre più elevati. Ciò si verifica già rispetto al dato base del 2012, pari a 639 milioni di euro, che quasi si raddoppia nel 2015 (1.286 milioni di euro), lievitando fino a 1.510 milioni di euro nella prospettiva del 2018″. “Al riguardo, nel rinviare alle considerazioni espresse dalla Consulta nelle sentenze n. 10 e 29 del 2016 circa i parametri di legittimità costituzionale che devono caratterizzare le riduzioni di trasferimenti finanziari da un ente territoriale ad un altro, queste Sezioni riunite ritengono di dover porre in particolare evidenza come eventuali ulteriori significativi incrementi del concorso della finanza regionale al consolidamento dei conti pubblici nazionali potrebbero, in effetti, “comportare uno squilibrio incompatibile con le complessive esigenze di spesa” regionali e, in definitiva, rendere “insufficienti i mezzi finanziari dei quali la Regione dispone per l’adempimento dei propri compiti”.

Insomma, più chiaro di così? Va da sé che resta sullo sfondo la madre di tutte le questioni finanziarie: la questione finanziaria siciliana (qui ve ne parliamo in dettaglio): ovvero tutti i tributi che la Sicilia dovrebbe incassare per Statuto e che Roma trattiene. A questo proposito ricordiamo che pure Alessandro Baccei, nella famosa intervista a l’Espresso,  ha parlato di 7 miliardi di euro l’anno che la Sicilia dovrebbe incassare e non incassa. In realtà sono molti di più, ma sarebbe già tanto. 

Torniamo, dunque, al ragionamento iniziale: le responsabilità sono chiarissime e riportano tutte al PD, al Governo nazionale, passando dal ‘pupo’ che hanno piazzato a Palazzo d’Orléans. 

Come mai i Sindaci siciliani non si ribellano? Forse perché la maggior parte dei Sindaci Siciliani sono del PD e nel nome del loro partito lasciano massacrare i loro concittadini?

Tirate voi le conclusioni. Quello che è certo è che è giunto il momento di mandare a casa il PD e tutti questi Sindaci traditori al servizio di un partito nemico della Sicilia e dei Siciliani.

Lo abbiamo detto più volte: solo i Siciliani potranno liberare la Sicilia, e noi, con Siciliani Liberi, vogliamo dare voce a tutti i Siciliani che vogliono liberarsi dalla catena di una politica regionale fatta di ascari e di una politica nazionale che ci stritola.  

 

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