Attuare lo Statuto Siciliano per difendersi dal Corona Virus

La popolazione siciliana è giustamente allarmata dal diffondersi del Corona Virus e si sente minacciata dalla possibilità che la malattia faccia ingresso nell’isola in modo incontrollato ed esponenziale. Invoca comprensibilmente interventi drastici e risolutivi a propria difesa, intuendo come in un’isola questi possano risultare anche più efficaci che nei territori continentali. Tali richieste sono state sistematicamente frustrate nei primi momenti dell’emergenza e solo tardivamente parzialmente accolti dalle autorità italiane e mai con il livello di allerta desiderato dalla cittadinanza. Mai come prima i Siciliani hanno percepito che l’interesse della propria terra si scontra con più generali interessi nazionali italiani.

Eppure la storia ha già sancito nel 1946, con la nascita dell’Autonomia Siciliana, che l’interesse della Sicilia non necessariamente coincide con quello dell’Italia e ha posto lo Statuto Siciliano a difesa del benessere dell’isola ogniqualvolta questo non è in sintonia con quello italiano. Tra gli strumenti che lo Statuto prevede per tutelare la cittadinanza siciliana rientra l’articolo 31, che attribuisce al Presidente della Regione Siciliana i poteri che il Ministro degli Interni, in materia di sicurezza pubblica, esercita sul territorio italiano. Prerogativa che permetterebbe oggi a Nello Musumeci di intervenire autonomamente, disponendo di tutte le forze di sicurezza presenti nell’isola, attuando quei provvedimenti che la popolazione chiede a gran voce.

Il Presidente della Regione fino a oggi si è limitato a contestare timidamente le criticità dei provvedimenti del Governo Conte o a domandare graziosamente alle autorità italiane misure più efficaci che altrimenti lui personalmente dichiara avrebbe adottato. Tranne qualche vago e impreciso richiamo alle prerogative dell’articolo 31, contenuti in una timida ordinanza del 9 marzo, Nello Musumeci ha reiteratamente sostenuto attraverso i media la sua impossibilità e incompetenza a esercitare quei poteri che gli permetterebbero di mettere in atto i provvedimenti che i Siciliani domandano. Nei fatti ha disconosciuto il ruolo e i compiti che lo Statuto Siciliano attribuisce al Presidente della Regione e rinunciato a esercitare tali funzioni. Tutto questo nonostante la cittadinanza siciliana, costantemente e in modo incalzante, si rivolge al governo regionale, individuandolo in questo drammatico frangente come l’unica istituzione in grado di interpretare i bisogni dell’isola.

Chiediamo pertanto che il Presidente della Regione abbandoni ogni remora ed esca dallo stato di impotenza in cui ha scelto di rimanere. Lo invitiamo ad agire coerentemente con il dettato dell’articolo 31 dello Statuto e ad assumere ed esercitare i poteri che questo gli conferisce. Lo sollecitiamo dunque a svolgere, di diritto e di fatto, nell’isola le funzioni che al momento utilizza, non sempre nel pieno interesse della Sicilia, il Ministro degli Interni e il Consiglio dei Ministri. I Siciliani dal 1946 attendono l’attuazione del loro Statuto e mai come prima comprendono la gravità e le conseguenze della sua violazione.

di Fabrizio Simon

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