SICILIANI LIBERI ALL’OPPOSIZIONE RISPETTO AL GOVERNO ITALIANO DI MARIO DRAGHI

La Sicilia è all’opposizione.

Non nel senso che sarà detto in questi giorni per il fatto di non vedere alcun ministro anagraficamente nato in Sicilia. Quando li avevamo, infatti, non ce ne siamo mai accorti. Il problema è politico.

L’Italia costituzionale è collassata con la crisi sanitaria. La Costituzione è sospesa ormai da un anno, il Parlamento esautorato, e ora l’esecutivo è commissariato da poteri esterni (Draghi è solo anagraficamente italiano, noi lo consideriamo appartenente alla cittadinanza apolide globalista).

Di fronte a questo commissariamento il sistema dei partiti ha alzato bandiera bianca: in cambio del mantenimento del “posto” in Parlamento e di qualche ministero secondario, ha deciso di uscire di scena, o meglio di svolgere una funzione servile rispetto al nuovo esecutivo.

Per evitare che la sospensione della democrazia sia troppo evidente ci si concede anche il lusso di un paio di “opposizioni collaborazioniste” (la Meloni e Di Battista) ai due estremi, per convogliare il dissenso dei creduloni in formazioni innocue.

La realtà più profonda, evidente, è che l’Italia, la nostra colonizzatrice diretta, oggi è un regime a partito unico, priva di una vera opposizione parlamentare. Dappertutto, nel mondo, le democrazie rappresentative declinano. La Russia poco a poco lo sta diventando; gli USA di fatto lo sono diventati di colpo dopo il putsch del 6 gennaio; l’India lo sta diventando; la Cina e l’Iran lo sono già.

In questo mondo essere democratici (cosa che non ha nulla a che fare con la pantomima del PD) e libertari è sempre più difficile. Ma, fosse solo per questo, sarebbe già un’ottima ragione per essere all’Opposizione. L’Opposizione è il sale della Democrazia. Noi abbiamo il DOVERE di dare voce a chi in Sicilia non si rivede nel partito unico al potere, almeno finché ce lo fanno fare.

Poi, nel merito, delle politiche che ci attendono, dobbiamo dire che non ci aspettiamo nulla di buono. La storia delle persone in carica parla chiarissimo. Questo governo è in perfetta continuità, peggiorandolo, con il governo iperglobalista Conte2. Forse, visti i personaggi, le supposte “riforme” saranno solo accelerate.

Non facciamo nomi specifici, non ce n’è bisogno, ma la nomenclatura sembra una garanzia che siamo di fronte nel complesso ad un governo nemico del Popolo, neoliberista, adoratore della cultura del debito, gestore di quel collasso economico e sociale chiamato “Grande Reset”.

Nulla di personale contro Mario Draghi, ma la sua storia parla. Ha salvato l’euro? Sì, ma ne ha salvato la natura predatoria. Pronti a ricrederci e felici di farlo se ci dovessero essere novità. Ma, allo stato, ci aspettiamo soltanto licenziamenti, tagli, tasse, ideologia mondialista in tutti i settori, distruzione della famiglia, aumento del controllo digitale, sanitarizzazione permanente, distruzione del ceto medio e dei territori deboli come il nostro.

Non possiamo battere le mani anche noi. Noi ci opponiamo e diamo voce a chi si oppone. Per quanto ne sappiamo ad oggi non c’è alcuna ragione di pensare che, dato l’albero, i frutti debbano essere diversi. Poi, se dovessimo sbagliarci saremmo i primi a rallegrarci.

E infine perché mai questo governo a partito unico dovrebbe cambiare le politiche di rapina coloniale che affliggono la Sicilia. Perché un ministro come la Gelmini dovrebbe rassicurarci. Se la Costituzione per i nuovi padroni è carta straccia, cosa ne sarà mai dello Statuto?

I Siciliani sono indifesi politicamente, come sempre. Sta a noi, generosamente, alzare un vessillo di libertà e con la nostra politica pacifica consentire alla nostra Patria, la Sicilia, di sopravvivere.

La nostra risorsa principale è la coerenza con la missione di liberare la Sicilia. Chi ci segue sa che su questo può contare. Noi non siamo un “contenitore per il malcontento” che quando arriva si vende, come è successo con la Lega o con il Mo’-vi-mento, e forse per questo siamo tanto osteggiati.  Il sostegno di chi ci segue è la nostra forza. La nostra forza darà voce alla Sicilia, ne difenderà i redditi e la speranza. Per questo noi non ci uniamo al coro dei falliti e trasformisti della politica. Noi oggi ci opponiamo!