SIRIA: UNA CRISI CHE CI RIGUARDA DA VICINO

Syria

di Fabio Petrucci 

La crisi siriana continua a preoccupare il mondo. Il presunto attacco chimico avvenuto a Duma il 7 aprile scorso – rapidamente addebitato al governo siriano come in altri casi analoghi – ha aperto la strada ad una nuova e pericolosa escalation diplomatica che potrebbe degenerare in un confronto militare tra i principali attori dello scacchiere mondiale.

Da Stati Uniti, Regno Unito e Francia è giunta l’esplicita minaccia di una reazione armata per “punire” il presidente Assad. Dal canto suo la Russia, principale alleato del governo di Damasco, ha posto in evidenza i rischi a cui il mondo andrebbe incontro in caso di ritorsioni militari realizzate fuori da qualsiasi mandato del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Forse non è un caso se nelle ultime 24 ore, dopo un tweet decisamente poco felice indirizzato alla Russia nella giornata di mercoledì, anche il presidente statunitense Donald Trump sembra aver fatto almeno parzialmente marcia indietro. In Europa, mentre la Germania appare molto defilata, il paese più convinto della necessità di un intervento militare è la Francia, ma il presidente Macron ha evitato di sbilanciarsi sulle tempistiche e gli obiettivi logistici dell’ipotetico intervento.