La Sicilia in guerra a sua insaputa: ma il nostro futuro è la neutralità

 L’Italia non può esercitare la sua sovranità e lo fa ancora meno là dove ritiene e considera più facile accettare questa perdita di sovranità: in Sicilia. Qui hanno piazzato il Muos, da qui fanno partire i droni per bombardare la Libia. Ma invocare per par condicio la Russia o la Cina non porta a nulla. Noi ci batteremo per un Sicilia neutrale,  per poter progredire in pace, rispettosi e rispettati nel contesto internazionale.

 

L’Italia non può esercitare la sua sovranità e lo fa ancora meno là dove ritiene e considera più facile accettare questa perdita di sovranità: in Sicilia. Qui hanno piazzato il Muos, da qui fanno partire i droni per bombardare la Libia. Ma invocare per par condicio la Russia o la Cina non porta a nulla. 

Le super potenze mondiali non hanno paesi amici. Hanno paesi, vicini o alleati di volta in volta, funzionali allo scopo o al progetto politico-strategico. La piccola Repubblica italiana è in questo contesto come un vaso di coccio insieme a tanti vasi di acciaio e di conseguenza non può che subire le scelte pianificate da altri paesi, in altri contesti.

Mi chiedo se mai, avesse potuto negare, agli USA, l’autorizzazione al decollo, da Sigonella  dei droni diretti in Libia per bombardare le postazioni dell’Isis (ve ne parliamo qua). Dopo che, sempre agli USA è stato concessa la possibilità a Niscemi di realizzare il MUOS, un grande impianto di ascolto e controllo di comunicazioni satellitari per fini militari e geostrategici. Cioè, dopo aver lasciato credere agli americani che in Sicilia avrebbero potuto fare come meglio avrebbero voluto.

Di fatto l’Italia, non può esercitare piena sovranità sul suo territorio e lo fa meno, là dove ritiene e considera più facile accettare questa perdita di sovranità, quella parte di territorio che considera una colonia, la Sicilia. Il risultato è che oggi la Sicilia è in guerra a sua insaputa e suo malgrado potrebbe subire eventuali ritorsioni. A dispetto e in contrasto con quella che è l’aspirazione dei Siciliani ad essere messaggeri di pace nel Mediterraneo, di potenza regionale con profilo neutro ed equidistante da tutte le parti, utilizzando la propria centralità geografica per essere Terra di dialogo e di pace e non già terra ostile e belligerante.

Consentitemi un passo indietro. Mi pare che gli Americani pratichino frequentemente questa politica militare al servizio dei loro interessi egemoni (approviggionamenti energetici e vendite di armi ). Io ti creo e io ti distruggo è quello che è avvenuto con i Talebani, finanziati e organizzati in funzione antirussi, salvo bombardarli 20 anni dopo in Afghanistan e con Al Qaeda cofinanziata insieme ad un paese alleato e oggi si ripete con l’Isis utilizzato prima per combattere il siriano Assad. A conforto di queste affermazioni rimando alle sedute e alle conseguenti Relazioni delle varie commissioni d’inchieste federali disposte dal Congresso USA , già dal 2002 e successive, che il presidente George Bush ha secretato e che ancora oggi il presidente Obama non vuole rendere pubbliche.

Invocare per par condicio l’intervento o l’aiuto di altre potenze, Russia, Cina , oltre a non risolvere il problema a mio avviso lo complicherebbe enormemente, per le convinzioni che ho espresso prima. Negli scambi internazionali il dare e avere sono facce della stessa medaglia.

Neutrali, dobbiamo essere pronti ed organizzati per recitare questo ruolo, deve essere un nostro obbiettivo, che dovremo essere in grado di conseguire sapendolo conquistare e difendere. Neutrali, per scelta, per poter progredire in pace, rispettosi e rispettati nel contesto internazionale.

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