Renzi, principale responsabile del nostro tracollo, in Sicilia: accogliamolo degnamente

Siciliani Liberi apprende dalla stampa della “due giorni” in Sicilia di Matteo Renzi, per i c.d. “Patti” per Palermo e per Catania. Briciole per campagne elettorali in cambio di furti miliardari. Con quale faccia di bronzo il Presidente del Consiglio che ha calpestato più di ogni altro i nostri diritti viene proprio in Sicilia? Che viene a fare?

Ricordiamo che grazie ai ripetuti furti dello Stato, ormai non più nascondibili neanche dalla Corte dei Conti, la Regione è fallita, e con essa tutti i Comuni ai quali sono state lasciate solo le spese e tolte tutte le entrate e i trasferimenti. Già, i Comuni… Quando si parla di miliardi che lo Stato distoglie ogni anno alla Sicilia, molti siciliani fanno spallucce, come se la cosa non riguardasse loro. Talvolta addirittura qualcuno, in perfetta buonafede e ignoranza, pensa che si tratti di soldi tolti alla “manciugghia” (come direbbe il suo fido Crocetta) della Regione.

Ebbene, cari Siciliani, sappiate che GRAZIE A QUESTO SIGNORE CHE VIENE A PRENDERCI IN GIRO L’ANNO PROSSIMO PAGHERETE IL DOPPIO DI TARI E TASI! L’ordine che viene da Roma è quello di spremere i cittadini siciliani con le tasse comunali più alte d’Italia e l’ANCI, controllato da tromboni e satrapi che ancora fanno anticamera alla corte dei rapinatori coloniali, non fa altro che tenere il sacco, poi magari battendo le mani per qualche elemosina.

Ricordiamo, fra le tantissime cose che ci sarebbero da dire, che il Governo Renzi ha imposto un indebitamento non necessario alla Sicilia, a tassi variabili quasi usurai, che costringeranno la nostra Terra a una fiscalità di svantaggio per i prossimi 30 anni. Ricordiamo che questo signore ha tagliato qualunque investimento infrastrutturale per i trasporti della Sicilia (tranne quelli che interessano la speculazione esterna, come le trivelle, i depositi per le scorie nucleari, i termovalorizzatori, e simili porcherie).

Non ci sorprendiamo poi se la disoccupazione aumenta, se i nostri figli scappano. Ricordiamo che non solo la parte finanziaria dello Statuto non è mai stata attuata da 70 anni, ciò che già alla Sicilia costa svariati miliardi l’anno di sacrifici, in termini di servizi pubblici degni da terzo mondo, ma ora anche quel poco che in passato ci era dato ci viene derubato alla luce del sole e, finanche, si dice apertamente che quei diritti costituzionali della Sicilia (mai attuati, ma sempre là) devono essere revocati tra riforma costituzionale in corso e promesse di “mutilazione” dello Statuto. Questo signore ordina di chiudere i nostri ospedali e la Regione ubbidisce; il governo di questo signore ha ricattato la Regione costringendola a rinunciare a 5 miliardi derivanti dal contenzioso finanziario con lo Stato, e la Regione ha ceduto a questo ricatto; questo signore chiude le nostre scuole e le nostre università, a poco a poco, e nessuno fiata.

Questo signore fa votare i suoi deputati a Bruxelles per fare entrare olio e arance da paesi sconosciuti e manda in malora la nostra agricoltura. Questo signore chiede a Regione, Province e Comuni siciliani il “contributo al risanamento della finanza pubblica statale” PIU’ ALTO D’ITALIA! E ora viene qui a farsi battere le mani? Se oggi la Sicilia è in mutande, non lo dobbiamo soltanto a una classe politica di reietti e di imbelli, ma anche, anzi soprattutto, all’arroganza di uno dei peggiori governi coloniali che la Sicilia abbia mai avuto. Siciliani, se oggi non avete lavoro, se oggi siete trattati come sudditi, spremuti di tasse, e senza infrastrutture o servizi, il responsabile numero uno di questo sfacelo sta venendo a casa nostra.

Accogliamolo calorosamente! Noi indipendentisti ci faremo trovare dovunque egli andrà a dirgli che può andare a casa e portarsi con sé tutti gli ascaretti che gli vanno dietro. Ci disperderà con i poliziotti? Si ricordi che anche i poliziotti sono siciliani, che questi, Statuto alla mano, non dovrebbero prendere ordini da lui ma dalla Regione, e che comunque stiamo lottando anche per la loro libertà. Noi chiamiamo a raccolta tutti quelli che di Renzi e di questa Italia non ne possono più. La Sicilia non ne può più, è allo stremo. Se non alziamo la schiena sarà la nostra fine. ITALIANS, GO HOME! RENZI, GO ROME!

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