L’Avviso 8 è la solita operazione clientelare. La formazione professionale che vogliamo

L’Avviso 8 distribuisce “soldi”, soldi pubblici, secondo una graduatoria a “enti” di formazione professionale, immaginiamo secondo rigorosissime indicazioni di merito.

Ma c’è qualcosa che non va in questo sistema. 

Noi vogliamo dire – nella massima trasparenza – qual è la posizione degli indipendentisti sullo spinosissimo tema della Formazione Professionale.

Immaginatevi una scuola che non sia né pubblica né privata (paritaria o legalmente riconosciuta) ma … semipubblica. Cioè che viva di soldi pubblici, ma sia di diritto privato, cioè decida in massima libertà chi lavora e chi no, come qualunque privato: cooperative, associazioni, altre più o meno “finte no profit”…

Immaginatevi un liceo che vive solo finché il “gestore” è amico del Presidente della Regione o del PD…

Ebbene, la formazione professionale in Sicilia funziona proprio così. Non sappiamo se le illazioni di alcuni giornali sulla vicinanza dei nuovi enti promossi dal bando ai politici siano vere o no. Ma il sistema così com’è è bacato, non funziona, genera clientelismo e sottosviluppo. La solita Sicilia che non funziona.

La vecchia politica regionale “impostava” gli elettori negli enti di formazione regionale. 8.000 “formatori” circa, che erano impiegati paralleli della Regione.
La nuova politica ha fatto fallire questi enti storici, mandandoli in strada senza paracadute, senza un minimo di sostegno al reddito.
Ma la formazione non è stata sostituita dal mercato. È stata sostituita da “nuovi” enti, vicini alla “nuova” politica, che spartiscono “nuovi” posti di lavoro? Il marcio continua.
Se tutto cambia perché non cambi niente, allora questo carrozzone è meglio chiuderlo del tutto.


Delle due l’una:

se non ci sono soldi pubblici, la Regione si limiti a disciplinarla, affidandola al 100 % al mercato e ai privati, e tanti saluti;
se ci sono soldi pubblici, si aprano scuole pubbliche regionali di formazione professionale, con assunzioni a tempo indeterminato e concorsi pubblici, e con le imprese nei consigli di amministrazione di questi enti, per stabilire loro, e non la Regione, quali sono le figure professionali che servono, ma che servono veramente, per tutti i ragazzi che dopo la scuola di base vogliono imparare un mestiere anziché proseguire con la scuola secondaria, e per le altre iniziative di formazione: autoimpiego, riqualificazione professionale soggetti espulsi dall’occupazione, formazione tecnica superiore per diplomati che non vogliono proseguire all’università, formazione per soggetti con bisogni speciali o a rischio di emarginazione sociale, e tutto quello che vogliamo.

In una Sicilia senza lavoro, non si può scherzare proprio con la formazione al lavoro, trasformandola in un immenso stipendificio per i clientes dei califfi dell’Assemblea. È ora di finirla con questo scherzo. I partiti italiani non la smetteranno mai, gli indipendentisti soltanto possono imprimere questa svolta.

Nella I Regione funzionava così: posti in cambio di voti. E quel passato (diciamo fino alla grande crisi del 2008) va in qualche modo sanato. Non rimettendo in piedi i carrozzoni sindacali, per carità! Ma dando agli ex lavoratori, ora tutte persone di mezz’età impossibilitate a trovarsi un lavoro, un sostegno al reddito, pari almeno all’80 % delle vecchie componenti fisse del loro stipendio, in attesa di collocarle altrove o – per i più anziani – della pensione. Il risanamento non può passare sulla macelleria sociale alla Crocetta.

Ma per i nuovi “clientes” che stanno passando sul cadavere dei nostri ragazzi costretti ad emigrare, nessuna pietà. Se il sistema dovrà funzionare con il mercato, decida il mercato se i loro enti hanno ragion d’essere oppure no. Se ci sono soldi pubblici, si facciano i concorsi per le scuole di formazione regionali, e loro vadano dalle segreterie dei partiti per cui stanno votando a chiedere il mantenimento.

PRIMA VENGONO I NON RACCOMANDATI! PER NOI SICILIANI LIBERI ALMENO.

Questa classe politica sembra solo in grado di dirottare le risorse pubbliche su qualche stipendio in cambio di voti. Nulla per lo sviluppo, nulla per far funzionare le cose realmente. Non sanno proprio fare altro. 

La Questione Siciliana, la nostra questione coloniale è anche questo. Le cose qua non funzionano per questo.

E solo i Siciliani Liberi sono in grado di invertire questa marcia.

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