“SICILIANI LIBERI” A FIANCO DEI DIPENDENTI DELLA REGIONE SICILIANA

Siciliani Liberi condivide appieno le ragioni che hanno portato i dipendenti della Regione Siciliana di tutte le sigle a riunirsi in assemblea permanente, giovedì 8 giugno, per protestare contro la paralisi giuridica e amministrativa mai verificatasi prima d’ora nel loro status giuridico ed economico.

“Le rivendicazioni strettamente sindacali spettano alle organizzazioni dei lavoratori, a noi spetta invece una valutazione politica e finanziaria di fondo – dichiara Massimo Costa, presidente di Siciliani Liberi. – Perché i contratti sono fermi da “secoli”? Perché i dipendenti delle ex province sono abbandonati a se stessi? Perché i quadri intermedi della Regione si stanno azzerando, nonostante la stampa “nazionale” dica ogni giorno che siamo la Regione con il massimo numero dei dipendenti?

“Diciamo la verità, la Regione è in dissesto non dichiarato, e cerca di chiudere i bilanci con mezzi straordinari, proroghe, tagli lineari, mancati rinnovi, e altri strumenti emergenziali.  Lo Stato ha passato nel tempo alla Regione quasi tutte le funzioni amministrative e le spese. In cambio avrebbe dovuto dare alla Sicilia tutte le risorse, o quasi, che maturano nel territorio della Regione. Di fatto lo Stato non solo non ha mai dato alla Regione tutte le risorse che le spettano, ma a poco a poco si è ripreso quelle che aveva dato un tempo. Da ultimo gli accordi scellerati tra Crocetta e Renzi del 20 giugno scorso, con la rinuncia unilaterale e gratuita della Regione a gran parte dell’IRPEF dei Siciliani.

“Ma c’è una cosa che sfugge ancora ai più e che va sottolineata – aggiunge Costa. –  Molti dei sindacati che oggi scioperano sono “nazionali”, cioè “italiani”, le loro segreterie sono a Roma. Fino a che punto questi sindacati potranno realmente farsi carico di una Questione, come quella finanziaria siciliana, che presuppone un confronto, anzi un vero scontro, tra Sicilia e Italia?

C’è un solo modo perché questo avvenga, ed è che i Siciliani si organizzino politicamente da soli, e fuori dai partiti italiani. Se questa operazione riuscirà si potrà invertire la marcia.

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