Dal Primo Congresso di Siciliani Liberi alla conquista della libertà

Cinque anni sono pochi per un partito che aspira a tirare fuori dai forzieri e mettere a frutto tre millenni di civiltà siciliana. Cinque anni sono quelli trascorsi dal Primo Congresso di Siciliani Liberi a Palermo, il 27 maggio 2018, nel corso del quale venne eletto democraticamente il primo Segretario politico, la prima Assemblea Nazionale (con, al suo interno, la prima Direzione Nazionale) e il primo organismo di Coordinamento di quella che adesso si chiama Giuvintú Siciliana Lìbira. Cinque anni sono stati sufficienti tuttavia a consolidare una base di iscritti di grande qualità, il cui livello cresce passo dopo passo.

Nella sua relazione di allora, da candidato alla Segreteria, Ciro Lomonte sottolineò tre punti programmatici: la ribellione della bellezza, l’aristocrazia delle virtù, l’importanza di giovani ben formati. C’è chi non ha capito. C’è chi ha finto di non capire ed ha agitato lo spettro di derive elitarie e razziste. Nulla di più falso. Un’accusa del genere può valere per i radical chic, per gli intellettuali militanti, per quelli che non accettano i risultati delle competizioni elettorali, per quelli con la puzzetta sotto il naso che disprezzano la gente semplice, il grande tesoro della Sicilia.I siciliani autentici, più o meno immuni rispetto alle patologie causate dalla colonizzazione dello Stato Italiano, sono un’etnia a parte (inclusiva, non multiculturale) e – ci si consenta di affermarlo con senso di responsabilità, senza spacconeria – hanno una marcia in più. Sono laboriosi, creativi, ospitali, gioiosi, con quel grande senso dell’umorismo di cui scriveva già Cicerone.Chi vuole mettersi al loro servizio con idee nuove (perché la politica è ricerca del bene comune, non spartizione di privilegi) deve tenere conto delle condizioni del mondo attuale. Il neo liberismo dei pupari della globalizzazione è una tragedia.

La desertificazione della Sicilia – un vero e proprio genocidio, praticato con l’emigrazione forzata dei nostri conterranei e con l’inverno demografico – lo hanno causato il calvinismo usuraio e l’illuminismo esoterico, quelle due correnti che ispirano e guidano l’Unione Europea odierna. Non sono forze laiche, casomai sono laiciste. In realtà molti dei loro seguaci adorano divinità sotterranee. Per questo la nostra è una battaglia di civiltà, che difende anche la vita degli altri popoli e la loro identità. La nostra indipendenza economica sarà frutto del risveglio delle nostre coscienze.Ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che vanno scoprendo nel nostro partito la risposta alle loro aspirazioni migliori. Sono i giovani più genuinamente siciliani, refrattari a qualsiasi tentativo di omologazione. Ne “Il Gattopardo” si leggono considerazioni amare e disfattiste. È incredibile il male che può fare anche un solo pessimista. Taglia le gambe. «Non nego che alcuni Siciliani trasportati fuori dell’isola possano riuscire a smagarsi: bisogna però farli partire quando sono molto, molto giovani: a vent’anni è già tardi; la crosta è già fatta, dopo: rimarranno convinti che il loro è un paese come tutti gli altri, scelleratamente calunniato; che la normalità civilizzata è qui, la stramberia fuori».

A ben guardare la realtà è molto differente, pur con tutte le difficoltà generate dall’essere una colonia di un’altra colonia, l’Italia. Esistono ragazze e ragazzi che studiano qua, lavorano qua, si sposano qua. Nonostante l’immagine distorta che i nostri intellettuali salariati ne dipingono.È tra di loro che cerchiamo i nuovi leader, i giovani talenti che potranno essere i futuri responsabili del partito e costituire la nuova classe dirigente delle istituzioni, chiamata a guidare la Sicilia alla rinascita. Non piccoli Machiavelli arrivisti, presuntuosi e arroganti. Persone preparate, generose, ricche di ideali e di soluzioni nuove. Chi è giovane dentro cerca maestri, non si stanca mai di imparare. C’è un lavoro immenso da fare partendo proprio da sguardi puliti, da giovani ribelli che hanno il fuoco dentro. Questi ragazzi dovranno comporre romanzi che descrivano l’anima autentica del nostro popolo. Dovranno riscrivere l’inno della Sicilia. Dovranno riscriverne i manuali di storia.

Il loro destino è fare la storia con le loro vite. A questo servono la Scuola di Formazione Politica e tutte le altre iniziative di Siciliani Liberi. A chi ci rivolgiamo in questo nostro impegno per garantire un futuro all’Isola più bella del mondo? Innanzitutto a quel 60% di astenuti tra cui si annoverano una miriade di persone valorose. I partiti italiani approfittano da tempo della delusione di questi cittadini, preferiscono che loro non intervengano al momento di votare. Noi invece vogliamo dare nuove speranze a persone giustamente sfiduciate.

Inoltre è in atto un processo di demolizione degli equilibri internazionali nati negli ultimi duecento anni. È in corso una subdola guerra planetaria, che si combatte con armi sofisticate, cercando di cambiare la testa alle persone per poterle dominare meglio. Ma esiste anche una maggioranza silenziosa che resiste e potrebbe avere la meglio. Come sostiene Lev Tolstoj in “Guerra e pace”, ci sono una miriade di fattori che concorrono al volgere degli eventi in una direzione piuttosto che in un’altra, circostanze guidate da una regia superiore. 
Il nostro lavoro mira ad offrire un programma di governo che valorizzi tutte le potenzialità della nostra Terra. Famiglia, educazione, sanità, lavoro, innovazione, urbanistica, ambiente. Non generiche riforme. Siamo convinti che fra poco sarà necessario rimboccarsi le maniche per ricostruire la nostra Sicilia. 

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