Allarme: Apprendiamo dalla stampa che Crocetta vuole chiudere il Corpo Forestale Regionale, l’unica polizia regionale. Dobbiamo impedirglielo. Ma cosa sta succedendo realmente?
Non contento di aver regalato miliardi allo Stato il governo più subalterno allo Stato dal 1947 ad oggi ora fa morire il Corpo Forestale della Regione (che nulla ha a che spartire con gli operai della forestale).
Cosa è successo? Per obbedire ai dettami della Trojka, il Governo “delle tre carte” (Renzi, che toglie i pochi soldi che ha da un posto e li mette in un altro per pagarsi le campagne elettorali) ha abolito il Corpo Forestale dello Stato, assorbendolo nell’Arma dei Carabinieri. La prossima mossa, se ci arrivano, sarà quella di togliere i Carabinieri e incorporarli nella Polizia. Ma questo riguarda l’Italia in generale.
Da tempo il Corpo Forestale dello Stato è stato regionalizzato e la norma quindi non si applica in Sicilia, la quale mantiene il proprio corpo forestale. Non pensate che lo Stato rispetti l’autonomia della Sicilia. E’ un fatto contabile. Se l’arma dei Carabinieri avesse incorporato le Guardie Forestali, lo Stato avrebbe dovuto mettere le relative spese sul proprio bilancio. E di questo non se ne deve parlare proprio. Già! Spendere un centesimo in più per la Sicilia?! Piuttosto le lasciamo un briciolo di autonomia.
E che fa allora il governo in default di Crocetta? Abolisce da solo il proprio corpo, a poco a poco, non sostituendo più i pensionamenti, spegnendolo a poco a poco e, soprattutto, … non attribuendo le funzioni di polizia rurale ad alcun altro corpo.
Semplice no? Almeno in Italia le funzioni di polizia forestale, seppure ridotte, saranno svolte dai Carabinieri. In Sicilia da… nessuno.
Funziona così, non solo per il corpo forestale, ma per tante altre funzioni trasferite alla Sicilia, come ad esempio gli ispettori del lavoro, che non a caso da noi scarseggiano. Si passano le funzioni dallo Stato alla Regione. Si fa finta di trasferire i fondi o i tributi con i quali finanziare le relative funzioni con i famigerati “decreti attuativi” dello Statuto. Poi, a poco a poco, “cu la minutidda”, lo Stato si riprende i soldi che aveva dato alla Regione in sede di prima applicazione dello Statuto in materia di passaggio delle funzioni dallo Stato alla Regione.
Alla fine della fiera alla Regione restano le spese, le funzioni, ma non più le entrate che se le è riprese lo Stato.
E la Regione che fa? Protesta? Neanche per sogno! Chiude le funzioni, a una a una, privando del tutto la Sicilia di ogni funzione pubblica degna di questo nome.
Per questo deve chiudere il Corpo Forestale. Perché la “profezia” sul fallimento della Regione si è tristemente avverata.
Ma perché il Corpo Forestale è regionale e non statale?
Ci sono due motivazioni forti. Una storica e una giuridica. La Sicilia ha avuto una propria polizia rurale sin dai tempi del Regno di Sicilia, quando re Carlo I, nel XVI secolo, istituì le compagnie rurali per sottrarre le funzioni di polizia al controllo assoluto affidato sino ad allora ai “campieri feudali”, che comunque restavano, o se andava bene a corpi municipali di birri o algozini nelle città demaniali. Questa polizia rurale era sopravvissuta, con cambio di nome, alla creazione delle moderne forme di polizia tra XVIII e XIX secolo; era sopravvissuta, con cambio di norme, sotto il Regno delle Due Sicilie, e ancora per alcuni decenni persino sotto il Regno d’Italia (il Corpo Siciliano delle Guardie a Cavallo), fino agli anni ’90 del XIX secolo.
Fu fatto oggetto di dileggio e di accusa di “mafiosità” fino a farlo chiudere per compiacere il centralismo italico.
Lo Statuto del 1946 riconosceva, e questa è la motivazione giuridica, il passaggio delle funzioni di Polizia sotto il comando del Presidente della Regione, ai sensi dell’art. 31 dello Statuto.
L’applicazione di questo articolo, che avrebbe reso la Sicilia una intoccabile “Regione in armi”, avrebbe presupposto governi autonomisti che la chiedessero; governi autonomisti che non abbiamo mai avuto.
Fu così ottenuta, forse per la memoria di avere già avuto in passato una “terza polizia” interamente siciliana, soltanto la devoluzione del Corpo Forestale dello Stato.
Questo corpo ha svolto sinora con dedizione e sacrificio le proprie funzioni di tutela dell’ordine pubblico.
Ed ora chiude.
La migliore risposta alla riforma statale sarebbe dovuta essere un’altra: accorpare i Carabinieri nel Corpo Forestale Regionale in un unico corpo di Polizia Regionale, che andrebbe poi ad assorbire anche la Polizia, svolgendo in Sicilia le funzioni di Polizia di Stato.
Questa sarebbe dovuta essere la risposta costituzionale alla chiusura del Corpo Forestale Regionale.
Il suo mantenimento, come già avviene in altre regioni a statuto speciale, sarebbe stato un “minimo” intoccabile.
E invece la risposta è la peggiore di tutte: farlo spegnere poco per volta, senza che nessuno ne raccolga realmente le funzioni.
Governo di traditori della patria. Meriterebbero che le Guardie Forestali si rivoltassero contro di loro.
Anche per questo non è più differibile la presenza di un movimento indipendentista nelle istituzioni regionali, a difesa dei diritti della Sicilia, ogni giorno sempre più calpestati.