Un Ordine dei Medici contro la “vocazione medica”?

È con profondo sconforto che abbiamo assistito in questi mesi alla diffusione di falsità sul conto di quei medici che, impegnati nelle cure domiciliari precoci ai malati di Covid-19 sin dalla prima ondata pandemica, hanno ottenuto notevoli successi, salvando migliaia di vite umane, abbandonati, quando non contrastati, dalle stesse autorità sanitarie che avrebbero dovuto valorizzarne e diffonderne i successi terapeutici a tutti i pazienti.

Tanti media, sia italiani che siciliani, allineati al pensiero unico, anziché informarsi con scrupolo per informare correttamente la gente hanno scelto di scrivere sotto dettatura di quel regime sempre più autoritario instauratosi da inizio 2020 con argomentazioni e politiche emergenziali molto discutibili e hanno infangato con pregiudizi diffamatori chi è impegnato coraggiosamente nella cura dei pazienti di Covid-19, diffamandoli come “negazionisti” o “No-Vax” (solo per aver rivendicato come da Costituzione e Convenzioni internazionali la libertà di cura), senza un minimo senso di vergogna per essersi inginocchiati davanti ai potentati finanziari di Big Pharma svalutando un  mestiere, quello giornalistico, prestigioso perché da sempre espressione della ricerca della verità e, nella sua forma più nobile, spina nel fianco del potere.

Infatti gli ultimi decenni di concentrazione della proprietà editoriale nelle mani di gruppi imprenditoriali  pienamente inseriti nella finanza globalista, che è la stessa delle Big Pharma o delle Big Tech – ormai attribuitisi l’inaccettabile funzione di censori ideologici della vastissima e transnazionale comunità dei social network – avevano già fatto immaginare quel pieno asservimento dei media al potere della finanza globalista che è stato confermato dalle vicende dell’emergenza sanitaria, divenuta una ben più grave emergenza democratica ma raramente descritta in tal modo da TV e giornali.

Tuttavia è risultata una sorpresa sconcertante e impensabile che pure i vertici delle organizzazioni professionali sanitarie si siano piegati anch’essi a interessi economici esterni, a lobby farmaceutiche economicamente così potenti da riuscire in pochi decenni a modificare il modello ideale del sanitario: dallo studioso vicino al popolo in quanto mosso da una vera e propria vocazione per la difesa della vita e della salute dei pazienti, rischiando perfino la propria, al grigio e ricco burocrate di mestiere che cerca di ridurre al minimo il coinvolgimento solidale con i pazienti, privilegiando protocolli operativi che garantiscano dagli imprevisti di una professione che, oltre ad essere scienza, in certa misura è anche inclinazione, occhio clinico, arte.

Ma forse è proprio perché le professioni sanitarie, tra le più nobili e antiche create dall’uomo, hanno subito in breve tempo anch’esse una sostanziale mutazione genetica, con l’industrializzazione degli ospedali, l’assoggettamento della sanità pubblica a criteri economicisti sempre più in conflitto con una medicina un tempo antropologicamente interessata alla persona e non alla sola malattia e ai farmaci che dovrebbero curarla, forse solo questo può spiegare come possa accadere che medici e sanitari di notevole spessore scientifico, professionale e umano, conosciuti per il loro impegno in scienza e coscienza a tutela della salute delle persone malate di Covid-19 ma abbandonate dalla folle gestione sanitaria del Ministero italiano della Salute (titolo involontariamente ironico) al protocollo omicida “tachipirina e vigile attesa”, siano stati oggetto di accuse analoghe a quelle mosse dai media di regime da parte di quegli stessi ambienti sanitari a cui appartengono, e sottoposti a demansionamenti, sospensione di stipendi, giungendo a subire la perdita del lavoro presso strutture sanitarie private in cui viene condotta all’estremo arbitrio la discriminazione introdotta dallo Stato italiano con un green pass che contraddice la legislazione UE (vedasi n. 36 del regolamento 953/2021).

E il 10/09 a Palermo alcuni di essi saranno sottoposti ad un giudizio disciplinare che potrebbe concludersi con la sospensione o con quella radiazione già auspicata da “Repubblica”.

Medici e paramedici che meriterebbero l’assegnazione di pubbliche onorificenze forse vengono processati dai loro ordini professionali proprio per essersi macchiati del delitto di aver salvato migliaia di persone che, se non avessero agito così sarebbero anch’esse passate a miglior vita come la gran parte dei pazienti abbandonati a se stessi dagli altri medici di base e poi intubati quando era ormai troppo tardi, usando protocolli terapeutici provenienti dai soloni ministeriali e spesso del tutto inefficaci per salvare vite umane.

Questi sanitari sono colpevoli! Sì, sono colpevoli di abnegazione! Colpevoli di sentirsi vocati a difendere le vite umane e non gli interessi di chi comanda!

Sono colpevoli perché con la loro azione a servizio dei pazienti, nelle loro case, proteggendosi ma pur rischiando il contagio, hanno rivelato che, come i pompieri non possono temere il fuoco i medici non possono temere i virus e il contatto coi malati, altrimenti è bene che cambino mestiere!

Sono colpevoli, soprattutto perché la loro encomiabile azione terapeutica è un pericolo per chi comanda: rischia di rivelare che esistono altre cure efficaci e poco costose che riducono a un misero 2% i ricoveri e azzerano le morti da Covid; colpevoli d’aver dubitato sulla scelta di un uso indiscriminato del vaccino, che il governo autoritario vorrebbe imporre a tutti. La strategia vaccinale non può essere considerata l’unica strategia efficace per contrastare la pandemia. E perché con la loro testimonianza professionale potrebbero determinarne il ritiro dell’autorizzazione alla somministrazione in via emergenziale dall’EMA in base alle normative UE, perché i prodotti immunizzanti non costituiscono l’unica categoria farmacologica con cui trattare il SarsCov2.

Siciliani Liberi manifesta la propria solidarietà ai medici coraggiosi che sono stati a fianco dei pazienti, mettendo a frutto un’arte fatta di anamnesi accurate e terapie personalizzate.

Siciliani Liberi manifesta inoltre la propria preoccupazione per la strumentalizzazione delle sanzioni verso questi stessi medici, che occultano all’opinione pubblica gli sperperi legati alla vaccinazione e l’ulteriore saccheggio perpetrato dallo Stato Italiano ai danni degli ospedali siciliani, sempre più privi di risorse e di posti letto.

 

 

 

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