Lo Stato Arabo-Siculo

La parentesi saracena (da quando questi sbarcarono a Mazara nell’827 a quando, già prima del 1100, nulla del loro dominio rimaneva piú in Sicilia) a rigore con la nostra storia c’entrerebbe poco o nulla.

Nella logica politica del Medio Evo, infatti, il mondo cristiano e quello musulmano erano divisi da un fossato incolmabile ed incommensurabile. Se è vero che ogni tanto si facevano trattati, tregue, come ad esempio quando più volte i bizantini di Calabria accettarono di pagare il tributo agli emiri di Sicilia, è anche vero che questi riconoscimenti di fatto non cancellavano l’inconciliabile diversità di diritto tra i due mondi, risolta in ultima analisi dal filo della spada.

Da una parte e dall’altra c’erano due mondi, due imperi potenzialmente universali, che si confrontavano senza riconoscersi mutuamente. Da un lato l’Impero romano e cristiano, sebbene con una frattura interna sempre più profonda tra “latini” del Sacro Romano Impero e “greci” dell’Impero Romano d’Oriente; dall’altro il Califfato arabo e musulmano, in cui la massima autorità politica coincideva con quella religiosa.

In questo senso, dal punto di vista cristiano, la conquista araba della Sicilia fu nient’altro che un’occupazione, una dominazione da riscattare con una “reconquista”, con una “liberazione” dei cristiani dal giogo del barbaro infedele. Mentre dal punto di vista opposto, quello musulmano, la Sicilia era stata una terra, l’ultima, strappata agli infedeli per mezzo della Guerra Santa, e quindi liberata all’unica Verità, quella proclamata dal Profeta e trasformata in terra di Islam.

Perché ne parliamo allora?

Il Referendum di domenica e le paure di Renzi e del sistema: noi votiamo SI’

 

Strano atteggiamento quello dell’astensionista Renzi. Chi si astiene dovrebbe disinteressarsi al voto. E invece in questi giorni si moltiplicano gli appelli, sempre più disperati, per “non” andare a votare. Hanno scomodato persino l’emerito ‘re Giorgio Napolitano’, un marchio e una garanzia, per legittimare l’assenza di democrazia in Italia….

Siciliani Liberi invita tutti i docenti siciliani a non adottare testi della casa editrice Principato

 

 

 

Apprendiamo con sgomento che la Corte di Cassazione ha stabilito che un libro destinato a studenti della scuola secondaria di I grado (quella che tutti chiamiamo ancora “scuola media”) che inculca pregiudizi razziali anti-siciliani, privi di qualsivoglia fondamento storico, sociale o politico, non può essere ritirato dall’insegnamento in quanto farebbe parte della libertà d’insegnamento.

Sicilia: il fuoco dell’indipendenza non si spegne

Autonomia, autodeterminazione, indipendenza, non sono parole blasfeme… chiamatela in un altro modo, chiamatela come volete, ma chiamatela tutti legittima difesa della Sicilia e del Popolo Siciliano!! Karl  Marx ci ha ricordato che “così il suolo siciliano si è sempre dimostrato letale per gli oppressori e gli invasori, e i Vespri siciliani restarono immortalati nella storia…