Quanto regala la Sicilia all’Italia di accise petrolifere?

(elaborazione tratta da Alessandro Dagnino, FB, 18 agosto 2016)

Di solito, quando si parla di “Indipendenza Siciliana”, la prima reazione dell’interlocutore medio, ben indottrinato dalla propaganda centralista è: “ma siamo pazzi? da soli moriremmo di fame! se non fosse per l’Italia che ci mantiene…”.

Ma è poi vero che la Sicilia è mantenuta dall’Italia e non viceversa? Facciamo quattro conti, oggi, su quanto guadagna lo Stato italiano dalle imposte indirette di produzione e consumo riscosse in Sicilia…

Nuovo balzello in vista per i Siciliani: i pedaggi

Lo sappiamo che in tutto il mondo le autostrade sono in genere a pagamento. Sappiamo che i pedaggi servono per pagare manutenzioni ordinarie e straordinarie. Non facciamo populismo fine a se stesso. Però questa storia dei pedaggi sul sistema di “auto-trazzere” siciliane, chiamate impropriamente “autostrade”, proprio non lo possiamo digerire.

Lingua e letteratura latina di Sicilia (II parte)

L’età sveva:

La fase “sveva” della storia siciliana, durante il lungo regno dell’Imperatore Federico II e poi del figlio Manfredi, segna un periodo in cui la letteratura latina fu finalmente grande. È pur vero che in questo stesso periodo nasce anche la letteratura volgare, e quindi la Lingua Siciliana scritta, ma questa è ancora soltanto lingua di poesia, incapace di sostituire il latino in tutti gli usi “seri”, siano essi quelli amministrativi o quelli scientifici, che invece ora sono in grande rigoglio in Sicilia. In questa fase troviamo pure finalmente autori latini siciliani, sebbene siano ancora molto pochi in relativo ai non pochi immigrati o ai “meridionali” della parte continentale del Regno.

Il tratto di quest’epoca è che la latinizzazione dell’Isola, iniziata con l’invasione normanna, prende finalmente l’accelerazione che porta le altre lingue e religioni dell’isola o alla rapida scomparsa (come con gli arabi) o al declino o all’emarginazione (come con i greci e gli ebrei). Già l’ultimo re normanno, Tancredi, aveva abolito l’uso corrente del greco nella cancelleria regia a favore del latino (siamo nel 1190, ma ancora – fino alle successive Costituzioni di Melfi – le leggi sarebbero state scritte anche in greco) che, a parte l’uso da “ghetto” dell’arabo per i pochi musulmani rimasti, diventa così l’unica lingua ufficiale dell’isola.

SISTEMA METRICO SICULO

Il sistema di pesi e misure in vigore in Sicilia prima dell’annessione all’Italia – è noto – non era il Sistema Metrico Decimale ed i suoi derivati giunti fino al moderno Sistema Internazionale. Con un interesse esclusivamente storico, troviamo giusto che i Siciliani di oggi conoscano i pregi e la precisione del sistema con cui i nostri avi misuravano e pensavano, anche per poter leggere documenti d’archivio o capire espressioni relativamente recenti. Si propone di seguito tale sistema, più volte corretto nei secoli e che trovò una sistemazione scientifica ai primi dell’Ottocento in un momento eccezionale della nostra storia e per l’opera di valentissimi scienziati (Piazzi, Marabitti, Cacciatore ed altri).

Misure di lunghezza:

Unità fondamentale è il Palmo Siciliano (Parmu Sicilianu) pari a cm 25,80978.

Così il Metro lineare sarà pari a Palmi 3,8745.

Da notare che il Palmo è molto simile alle misure in vigore in Europa prima dell’avvento del sistema decimale. Ad esempio un antico Piede romano era pari a cm 29,56 ovvero il Piede anglosassone o russo è pari a cm 30,48, cioè a circa 1,18 Palmi siciliani.

SBARRAMENTI ELETTORALI

Ostacolo

 

Sbarramenti, premi per le coalizioni o per il partito maggioritario, scheda unica, effetto trascinamento, preferenza di genere, voto disgiunto, ballottaggi o no, sono tutte variabili che si adottano per contrastare o per impedire l’affermarsi di nuove formazioni.

Lingua e letteratura latina di Sicilia (I parte)

Il latino nella Sicilia antica:

Il latino come lingua arrivò in Sicilia con le prime due Guerre Puniche (seconda metà del III sec. a. C.) con le quali l’Isola fu conquistata e trasformata in Provincia dell’Impero romano. Da quel momento in poi nessuna lingua avrebbe avuto in Sicilia una presenza così continuativa e diffusa, fin quasi a giorni nostri.

E tuttavia la sua sorte è stata sempre ben strana. In pratica il latino, in quanto tale, non è stato mai o quasi “lingua viva” ma sempre e solo lingua formale, ufficiale. Poi, il maggiore impatto di questa lingua non si sarebbe avuto nell’Antichità, ai tempi dei Romani veri e propri, ma nel Medio Evo e nel successivo Evo Moderno, quando il latino rappresentò a lungo in Sicilia la lingua dotta, dell’alta cultura e del diritto, in un certo senso la “lingua ufficiale” del Regno di Sicilia, però mai del Popolo Siciliano in quanto tale.

Quando i Romani costituirono in Sicilia la loro prima “Provincia” trovarono una terra evoluta, con una cultura alta “rappresentata” in Greco, persino nella parte occidentale che per prima fu organizzata sotto la loro amministrazione. La presenza e il radicamento del greco erano tali che, per tutta l’Era repubblicana, il latino restò in Sicilia soltanto la lingua degli occupanti stranieri. È vero che i Siculi dovevano parlare ancora la loro, piuttosto simile al latino, ma ciò portò soltanto ad una lenta assimilazione precoce (rispetto ai sicelioti) alla nuova lingua forse senza mai realizzare un passaggio perfetto alla stessa.